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Cura e relazione, fondamenti dell’umanità – Uneba Puglia al Forum Non Autosufficienza

Le relazioni di Francesco Bellino, Filippo Maria Boscia, Domenico Marrone, Massimo Giotta e l’intervento del sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato hanno scandito la sessione plenaria del Forum Non Autosufficienza 2024 a Bari “L’etica nei processi di cura e assistenza ai soggetti non autosufficienti”, a cura di Uneba Puglia, SIBCE – Società Italiana per la Bioetica e i Comitati Etici, AMCI – Associazione Medici Cattolici Italiani.

A fare da moderatore, il presidente di Uneba Puglia Pierangelo Pugliese, che ha presentato la storia e l’azione di Uneba, e la particolare attenzione all’approccio etico nella cura delle persone fragili a cui gli enti Uneba si dedicano.
Il sottosegretario del Ministero della Salute, Marcello Gemmato, intervenendo in videoconferenza, ha portato un indirizzo di saluto anche a nome del ministro Orazio Schillaci, e ha posto in evidenza l’attenzione del Governo al settore sociosanitario e sanitario.

Primo intervento in plenaria, quello di Francesco Bellino, Presidente della Società Italiana di Bioetica e dei Comitati Etici.
Bellino ha posto l’accento sul concetto che “l’etica è il mestiere proprio dell’Uomo” che è essere naturalmente e fisiologicamente relazionale. E’ proprio nella relazione che si trova la chiave di lettura del “prendersi cura dell’altro” che diventa il momento privilegiato per completarsi e perfezionarsi come uomini. In questo nostro prenderci cura dell’altro possiamo scoprire a pieno la nostra e la altrui unicità e per questo la cura diventa un percorso “bidirezionale” per il bene è relazionale. Al link qui sotto, testo della relazione di Bellino.

Filippo Maria Boscia, presidente dell’Associazione Medici Cattolici Italiani e presidente onorario della Società Italiana di Bioetica, ha posto l’accento sul valore della vita umana dal suo concepimento al suo momento conclusivo. Concetto più che mai fondamentale in una società dello scarto in cui tutto ciò che non è produttivo viene considerato sostanzialmente inutile al sistema. Ha evidenziato anche la fondamentale importanza dell’aspetto relazionale nell’atto di cura che è farsi carico della Persona e non focalizzarsi solo sulla patologia.

Il terzo intervento è stato affidato a Domenico Marrone, presbitero dell’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie e professore di Teologia Morale. Marrone ha parlato della vulnerabilità dell’essere umano come dimensione inevitabile ma che può e deve essere vissuta con l’obiettivo di ridimensionarla, ridurla. La vulnerabilità può essere vissuta addirittura come “dimensione generativa”. L’Uomo è un essere che ha bisogno sin dalla sua nascita di relazione e di cura. L’etica della cura ci consente di passare dalla visione di un “uomo perfetto” alla dimensione di un “uomo reale” fragile, vulnerabile e bisognoso, appunto, di relazione e cura.
In questo rapporto di interdipendenza tra gli esseri umani, la dipendenza deve essere vista e vissuta come valore e non disvalore e diventa “semplicemente” preoccupazione per l’Altro. Al link qui sotto, testo della relazione e slide di Marrone.

Ha chiuso questa intensa e interessante sessione plenaria Massimo Giotta, medico e diacono permanente della Diocesi di Conversano-Monopoli.  Giotta ha introdotto la sua relazione definendo il concetto di salute e quello di non autosufficienza, soffermandosi sulla importate problematica del “rischio suicidio” nei soggetti con affetti da vari tipi di disabilità funzionali. In queste Persone fragili elevato è il rischio di ideazione suicidaria, spesso generato dalla percezione di abbandono e quindi di non cura.
La sua presenza e il suo contributo sono stati particolarmente interessanti anche nella misura in cui un professionista sanitario evidenziava l’atto medico e l’etica nella cura come atto di servizio, cioè di diaconia
( dal greco διὰκονια=servizio).
Diaconia, nel suo caso ministeriale, ma che può essere vissuta e incarnata da tutti noi operatori nel settore in ogni ambito e in ogni momento del nostro prenderci cura delle Persone. Al link qui sotto, testo della relazione e slide di Giotta.

 

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