La vulnerabilità è una dimensione inevitabile dell’esistenza, tanto quanto lo sono la relazione e la cura. Ciascun individuo è suscettibile alla vulnerabilità e necessita di relazioni e cure. Pertanto, l’etica della cura possiede un valore universale.
Questa la premessa di “L’etica nei processi di cura e assistenza ai soggetti non autosufficienti”, relazione di Domenico Marrone all’omonima sessione del Forum Non Autosufficienza di Bari.
La cura dell’anziano va oltre le parole
“Con l’anziano – afferma Marrone-, specialmente se non autosufficiente e affetto da deterioramento cognitivo, la comunicazione verbale perde la sua centralità come luogo di incontro con l’altro e, al contrario, potrebbe diventare un modo superficiale di trattare l’altro come oggetto anziché soggetto. Con le persone anziane, spesso sono i gesti, le emozioni e le sensazioni, anche se talvolta spiacevoli, che stabiliscono connessioni e creano momenti di incontro, anche solo per un breve istante, con la persona in questione. Un gesto, anche se semplice e legato alle attività quotidiane di assistenza, conferisce dignità sia a chi lo riceve che a chi lo compie”.
La fragilità come valore
“In sintesi, – conclude il suo intervento Marrone – invecchiare non dovrebbe essere considerato solo come un processo di perdita da evitare il più a lungo possibile; al contrario, dovrebbe essere affrontato come un compito che possiamo e dobbiamo gestire con dignità, sia a livello individuale che collettivo. Si potrebbe argomentare che la dipendenza porti con sé un valore intrinseco, poiché ci consente di superare una visione della nostra esistenza puramente individualistica. In questo atto di trascendimento, la struttura intrinsecamente sociale della vita umana può acquisire concretezza e valore”.
Ecco le slide presentate da Marrone al Forum