Potete leggere a fondo pagina o scaricare da qui la lettera inviata dal vicepresidente Uneba Veneto Ernesto Burattin al giornale Il Mattino in merito ai principi dell‘accoglienza agli anziani in  Regione Veneto.

E’ un altro tassello della riflessione sui valori cardine dell’assistenza ai più fragili che saranno al centro del convegno Uneba Veneto “Famiglie e territori – Scelte e valori del Veneto che assiste i più fragili” in programma venerdì 25 maggio a Padova.

Burattin ricorda che due sono i principi di base nell’accoglienza degli anziani nei centri di servizi:

  1. la libertà di scelta del cittadino: è lui a poter decidere dove essere accolto nel momento della fragilità
  2. la quota sanitaria è un diritto della persona, non della struttura. Se mi viene riconosciuto, per le mie condizioni di salute, il diritto ad essere accolto in un centro servizi per anziani con la Regione che si fa carico di una parte della retta, decido io in quale struttura usare questo diritto, decido io quale struttura riceverà il contributo regionale per la mia accoglienza.

La Regione, ragiona Burattin, quindi non può in alcun modo garantire a un ente, pubblico o privato, la certezza sull’occupazione dei suoi posti letto e i conseguenti introiti. Del resto, se questi introiti fossero, ad esempio, garantiti in partenza alle Ipab, questo frenerebbe o bloccherebbe la spinta all’innovazione delle Ipab. “Con la ulteriore conseguenza (…) che si bloccherebbe il generale e doveroso innalzamento della qualità dei servizi ai cittadini più deboli”.

Proprio in nome di questi principi, al convegno del 25 maggio Uneba Veneto presenterà una propria proposta di legge sugli schemi di accordo contrattuale tra aziende sanitarie ed enti, introdotti dalla Regione con la dgr 1438/2007, e che potrebbero rischiare di limitare la libertà di scelta dei cittadini.

“Vi è poi un altro principio da non ledere: quello delle pari opportunità da dare a tutti coloro che intendono intraprendere un servizio a favore della comunità (…) che discende dal principio di sussidiarietà costituzionalmente garantito“.

Burattin interviene poi sulle difficoltà delle Ipab a causa degli elevati costi del personale e spiega che una via d’uscita si trova “proponendo alla Regione Veneto (unica rimasta in Italia a non averlo fatto) una legge sulla privatizzazione delle Ipab che le trasformi veramente e sostanzialmente in un ente privato a tutti gli effetti, permettendo loro di agire con autonomia, libertà di gestione, e con responsabilità maggiori”.