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Uneba Lombardia – Integrazione socio-sanitaria, a che punto siamo?

Integrazione socio-sanitaria: cosa prevedono le leggi? Cosa si sta facendo adesso?

 

Questo il tema affrontato da Uneba nello workshop organizzato nel pomeriggio di giovedì 12 al Forum della Non Autosufficienza a Bologna. “L’integrazione socio-sanitaria: evoluzione del quadro legislativo a case history” era il titolo dell’incontro, gestito da Uneba Lombardia in collaborazione con l’osservatorio Rsa dell’Università Carlo Cattaneo di Castellanza (Va).

 

Moderatori dell’incontro sono stati Antonio Sebastiano, coordinatore dell’Osservatorio Rsa, e Marco Petrillo, presidente di Uneba Varese.

 

Degani: il quadro legislativo

 

Primo ad intervenire Luca Degani, vicepresidente di Uneba Lombardia e docente universitario. Con “Integrazione socio-sanitaria: una visione di sistema” ha svolto una breve panoramica sull’evoluzione della concezione dei servizi sociali.

 

Andando per slogan e semplificando: negli anni Sessanta servizi sociali attori del controllo sociale, negli anni Settanta attenti ai soggetti a maggiore rischio di esclusione; negli anni Ottanta e Novanta l’inclusione e il coinvolgimento del terzo settore, con la valorizzazione della dimensione locale e delle formazioni sociali già esistenti; negli Zero uno welfare leggero, alimentato dalla fiscalità locale, per cui il cittadino percepisce più direttamente la sua partecipazione alle spese e contemporaneamente coglie che di questo welfare egli stesso – e non solo soggetti a vario titolo marginali- è potenziale fruitore. Al contempo, al giorno d’oggi gli enti locali vivono in maniera sempre più forte la limitazione delle risorse a disposizione per lo welfare.

 

Degani ha poi passato in rassegna la principale normativa di interesse per l’integrazione socio-sanitaria:

Mozzanica: le differenze tra le regioni

 

Per parte sua l’avvocato Raffaele Mozzanica si è brevemente e in via generale soffermato sulle legislazioni regionali.

 

Nel riordino dei sistemi sanitari svolto fino al 2000, ha rilevato, relativamente poche sono le differenze tra le leggi delle diverse regioni in materia di riordino del sistema sanitario; molto maggiori sono invece le differenze nelle nuove leggi per il settore dell’assistenza che le Regioni hanno emanato dopo il 2001, dopo cioè che avevano ottenuto la competenza esclusiva nel settore.

 

Alcune regioni, come l’Emilia Romagna, hanno in ogni caso ripreso il modello dei Liveas (livelli essenziali di assistenza sociale) previsto dalla legge 328. Quasi tutte hanno avviato la riforma delle Ipab, spesso stabilendo in anticipo il futuro destino pubblico o privato delle Ipab in base a parametri delle Ipab prestabiliti.

 

Degani e Mozzanica affrontano questi temi anche nel libro appena uscito “Integrazione socio-sanitaria – Le ragioni, le regioni, gli interventi”, edito da Maggioli, e di cui parliamo qui.

 

Caielli: l’integrazione socio-sanitaria a Varese

 

Rosita Caielli della unità operativa “Accreditamento, qualità e appropriatezza dei servizi” della Asl di Varese ha poi presentato alcune buone pratiche di integrazione socio-sanitaria. La sua esposizione è stata punteggiata da molti interventi del pubblico, formato da operatori del settore e desideroso di chiarimenti e approfondimenti.

 

Voucher sanitario

 

Caielli ha presentato anzitutto il voucher sanitario. Previsto dalla delibera di giunta della Regione Lombardia 12902 del 2003, è un titolo erogato dalla Asl a persone non autosufficienti.

 

Se il medico di base vede che il paziente ha bisogno di un particolare sostegno sanitario, chiede per lui il voucher: un contributo che gli permette di acquistare prestazioni sanitarie, infermieristiche, fisioterapiche in uno degli enti privati accreditati, detti pattanti. La scelta dell’ente è libera per il paziente. La Ulss verifica l’appropriatezza dell’erogazione del voucher.

 

L’ente privato, d’accordo con medico e Ulss, deve stilare un Piano di Assistenza Individualizzato.

 

Il voucher è erogato per un periodo limitato: 20 o 30 giorni, rinnovabili.

 

Il voucher ammonta a 360, 400 o 619 euro a seconda della gravità della persona, e a prescindere dal suo reddito. Nel 2008 sono stati erogati 9421 voucher per una spesa complessiva di 8,2 milioni di euro.

 

Gli altri percorsi di integrazione

 

La Asl di Varese ha poi firmato con strutture sanitarie accreditate pubbliche e private, sindacati, medici di medicina generale e pediatri di libera scelta un “Protocollo di intesa per la dimissione protetta di pazienti che necessitano di assistenza domiciliare” per porre attenzione alla delicata zona di passaggio della dimissione ospedaliera soggetto fragile

 

Altro esempio di sperimentazione di integrazione socio-sanitaria è il progetto di “housing infermieristico” che abbiamo già presentato qui ed è stato avviato a luglio 2009, rivolto anche a persone con meno di 65 anni.

 

Infine, Caielli ha citato il percorso formativo “Il paziente oncologico prima.durante.dopo” realizzato con ospedali, asl, medici e privato accreditato: un percorso di formazione su comunicazione di diagnosi, gestione domiciliare della persona malata, terapia palliativa. Da cui è nata la prima sperimentazione di una “rete territoriale di cure palliative”, realizzata nel distretto di Sesto Calende della Asl di Varese.

 

Ha concluso lo workshop la testimonianza di Piero Proni, consigliere delegato di Exposanita’.

 

Sono disponibili le registrazioni degli interventi di Degani, Mozzanica e Caielli. Per ricevere i file contattare la redazione del sito a info@uneba.org

 

 

Qui sotto alcune foto dello workshop.

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