Il 3 aprile scorso si sono incontrati a Roma l’Uneba ed i Sindacati nazionali di categoria per definire, ai sensi dell’art. 76 del CCNL in vigore, una forma di assistenza sanitaria integrativa a favore dei lavoratori e delle lavoratrici in servizio presso gli Enti Uneba.

Si è riscontrata, nell’occasione, una notevole discordanza di valutazioni; le varie opzioni sono state di procedere prima, in sede tecnica, ad una comparazione tra i vari piani sanitari esistenti, per poi prescegliere quello migliore ai costi più convenienti, ovvero aderire ad un Fondo esterno precostituito, adottandone quindi automaticamente il piano sanitario, con scelta basata sulla consolidata esperienza del Fondo e sulla sua capacità di dare risposte soddisfacenti ai lavoratori iscritti.

Altre divergenze sono insorte in merito alla compartecipazione economica dei lavoratori, che secondo le organizzazioni sindacali sarebbero tenuti a contribuzione zero, trattandosi di un fondo di natura contrattuale.

Per il momento l’Uneba si è limitata ad escludere decisamente l’ipotesi di dar vita ad un fondo settoriale autonomo, che non avrebbe i numeri necessari all’autosufficienza, confermando tuttavia la propria obbligazione di euro 5 per lavoratore iscritto a partire da aprile 2014.

E’ stato fissato, entro aprile, un nuovo incontro sulla materia: nel frattempo gli Enti dovranno considerare questo elemento di costo di 5 euro come dovuto con decorrenza dalla retribuzione del mese di aprile e come potenzialmente erogabile con arretrati in qualsiasi momento, laddove ne dovesse essere concordata destinazione.