Il 3 aprile scorso si sono incontrati a Roma l’Uneba ed i Sindacati nazionali di categoria per definire, ai sensi dell’art. 76 del CCNL in vigore, una forma di assistenza sanitaria integrativa a favore dei lavoratori e delle lavoratrici in servizio presso gli Enti Uneba.
Si è riscontrata, nell’occasione, una notevole discordanza di valutazioni; le varie opzioni sono state di procedere prima, in sede tecnica, ad una comparazione tra i vari piani sanitari esistenti, per poi prescegliere quello migliore ai costi più convenienti, ovvero aderire ad un Fondo esterno precostituito, adottandone quindi automaticamente il piano sanitario, con scelta basata sulla consolidata esperienza del Fondo e sulla sua capacità di dare risposte soddisfacenti ai lavoratori iscritti.
Altre divergenze sono insorte in merito alla compartecipazione economica dei lavoratori, che secondo le organizzazioni sindacali sarebbero tenuti a contribuzione zero, trattandosi di un fondo di natura contrattuale.
Per il momento l’Uneba si è limitata ad escludere decisamente l’ipotesi di dar vita ad un fondo settoriale autonomo, che non avrebbe i numeri necessari all’autosufficienza, confermando tuttavia la propria obbligazione di euro 5 per lavoratore iscritto a partire da aprile 2014.
E’ stato fissato, entro aprile, un nuovo incontro sulla materia: nel frattempo gli Enti dovranno considerare questo elemento di costo di 5 euro come dovuto con decorrenza dalla retribuzione del mese di aprile e come potenzialmente erogabile con arretrati in qualsiasi momento, laddove ne dovesse essere concordata destinazione.
5 Commenti presenti
luciana
7 Aprile 2014 - 10:23Ma questi. 5euro verranno dati anche nella regione Lombardia?”Lavoratore iscritto”si intende iscritto ai sindacati? Grazie luciana
Uneba
8 Aprile 2014 - 17:34Approfittiamo della domanda per alcune precisazioni.
Il Fondo sarà nazionale, per tutte le regioni.
Nel testo, dove parliamo di “lavoratore iscritto” si intende iscritto al Fondo.
Infatti il CCNL art.76 prevede una compartecipazione economica del lavoratore (che comunque non potrà essere superiore ai 5 euro a carico dell’Ente), e sarà richiesta una adesione volontaria. Quindi si può verificare che un lavoratore rifiuti di essere iscritto. Si tratterà di vedere, in questa ipotesi, che fine fanno i 5€ dell’Ente. La questione è ancora da trattare.
Tuttavia il decorrere del tempo non pregiudica, poiché tutti i Fondi esistenti di questo tipo prevedono una “franchigia iniziale” di alcuni mesi dopo l’iscrizione durante i quali non decorrono prestazioni (un po’ come fanno le assicurazioni).
E’ però possibile aspettare il decorso della franchigia senza versare contributi, e quindi versarli tutti insieme arretrati; in questo caso le prestazioni decorrerebbero da subito. Ribadiamo le indicazioni agli Enti: accantonare il contributo e tenersi pronti a versare, fino a quando tutti gli aspetti operativi non saranno stati definiti al livello nazionale.
francesca
17 Aprile 2014 - 10:34buongiorno,
quindi ad oggi operativamente non sappiamo chi, come e dove si deve versare questo contributo, è corretto?
il contributo di 5 euro per ogni lavoratore è a carico del datore di lavoro?
è previsto quando (dice durante il mese di aprile, ma siamo oltre la metà) verranno concordati i requisiti di iscrivibilità e quale sarà il Fondo a cui versare?
Adolf De Lorenzo
22 Aprile 2014 - 11:491 – noi abbiamo oltre il 70% di lavoratori a tempo parziale, a volte anche minimo. Il contributo é uguale per tutti o viene versato in proporzione alla % del orario svolto?
2 – quali prestazioni possono essere date con tali versamenti?
3 – dal momento che nessuno puo essere giá iscritto e successivamente la scelta sarà libera, non manca la base per effettuare un accantonamento documentato?
sito Uneba
22 Aprile 2014 - 17:16Le indicazioni per gli enti sullo welfare sanitario integrativo sono qui http://www.uneba.org/welfare-sanitario-aziendale-indicazioni-agli-enti-da-uneba/