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Stato di agitazione degli enti di Uneba Napoli: il Comune deve loro 20 milioni

E’ ancora drammatica la situazione degli enti associati Uneba Napoli.

Il Comune di Napoli non ha versato agli istituti le rette di mantenimento per tutto il 2009 e tutto il 2010 per i 3000 minori e 700 anziani assistiti.

Il debito nei confronti dei nostri enti è di circa 20 milioni di euro! L’ipotesi di cessione del credito alle banche non si è rivelata percorribile. Il possibile contributo della Regione è stato bloccato dal fatto che il Comune di Napoli non fornisce rendiconto dell’utilizzo dei fondi del piano di zona.

Prosegue e si aggrava insomma la situazione che Uneba Napoli aveva già in precedenza denunciato.

Il presidente di Uneba Napoli e Uneba Campania Lucio Pirillo lancia un appello al sindaco Rosa Russo Jervolino e al Comune per evitare che si arrivi alla sospensione delle attività e annuncia lo stato di agitazione degli enti, per la seconda volta in un anno.

Qui sotto l’intervento di Uneba Napoli.

Il presidente di Uneba Napoli Lucio Pirillo rivolge un appello al sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino, al consiglio comunale e “a tutte le forze politiche al di là degli schieramenti”, perché intervengano sulla grave situazione economico-finanziaria in cui versano gli Istituti che operano nel campo dell’assistenza ai circa 3000 minori e 700 anziani di Napoli, determinato dal mancato pagamento di quanto dovuto agli istituti da oltre 24 mesi e provvedano con un atto di giustizia al pagamento delle rette di mantenimento dei minori e anziani assistiti.

Il direttivo provinciale dell’Uneba di Napoli, riunitosi lunedì 17 gennaio, ha deciso di avviare lo stato di agitazione attraverso una campagna di informazione alla cittadinanza e, ogni domenica, in tutte le chiese della città; di mobilitazione da parte delle oltre duemila persone, tra operatori socio-educativi ed assistenziali, insegnanti, collaboratori e personale vario.

Pirillo richiama le istituzioni preposte “affinchè si assumano le responsabilità come classe politica cittadina nei confronti di minori in difficoltà e di anziani con gravi disagi economici".

"Ci stiamo avviando verso una strada senza ritorno. Che potrebbe portare alla sospensione di tutte le attività socio-assistenziali – aggiunge il presidente – con grave danno per i ceti più deboli. La città sarebbe privata di una attività ben radicate sul territorio cittadino, da oltre 30 anni, che rappresenta un efficace mezzo di lotta alla dispersione scolastica e di prevenzione alle devianze, sottraendo per l’intera giornata centinaia e centinaia di minori alle tentazioni della strada e offrendo loro una vasta gamma di attività post-scolastiche. Ma il comportamento dell’amministrazione comunale rende assai difficile la conduzione delle varie attività, a causa del mancato pagamento di quanto dovuto agli Istituti da oltre 2 anni. Chiediamo che il Comune si impegni a pagare quanto dovuto, non solo alle cooperative sociali, ma anche alle strutture religiose e laiche che operano nel settore delle politiche socio-assistenziali. Altrimenti, inevitabilmente, gli enti religiosi e laici,dovrebbero sospendere le attività, considerato che le banche stanno richiedendo il rientro dei debiti contratti con grave danno per il servizio a tutela di bambini e anziani e per l’intero comparto che dà occupazione a circa duemila persone, tra operatori socio-educativi ed assistenziali.

“L’Uneba – dichiara Pirillo – intende non solo far conoscere la gravissima crisi economica finanziaria in cui versano i nostri istituti; ma soprattutto sottolineare il pericolo di venir meno delle attività delle strutture religiose e laiche che assistono circa tremila ragazzi e ragazze appartenenti a famiglie povere dell’area a rischio di devianza: prevalentemente figli di detenuti, tossicodipendenti o in altre situazioni difficili, provenienti dai rioni napoletani come Scampia, Secondigliano, Sanità, Piscinola, San Giovanni a Teduccio, Barra Ponticelli, Quartieri Spagnoli, Forcella, Pianura, Rione Traiano”.

1 Comment

  1. siamo concordi con le affermazioni del presidente e ribadiamo la disastrasa situazione in cui ci ritroviamo, sollecitiamo con insistenza le autorità affinchè possano considerare la nostra situazione ed aiutarci al più presto


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