Il Cergas (Centro di ricerca sulla gestione dell’assistenza sanitaria e sociale) dell’Università Bocconi ha organizzato martedì 15 giugno a Milano il convegno “I costi della vecchiaia. Il settore del long-term care di fronte alle sfide del futuro” per presentare l’omonimo libro edito da Egea, non ancora in commercio.
Due i temi del convegno: “I costi della vecchiaia: il settore del long-term care di fronte alle sfide del futuro” e “Punti di vista: il sistema della residenzialità e la presa in carico dell’anziano non autosufficiente”.
A convegno svolto, Cergas mette a disposizione le 3 serie di slide dei relatori.
1) “I costi delle strutture residenziali: comparazione tra due ricerche” (di Elena Cantù): confronto tra due studi sui costi di produzione delle rsa lombarde e sulle performance economiche e qualitative dei Csa veneti. Vengono messi a confronti i dati su costi (sanitario, alberghiero, amministrativo) e ricavi (rette, contributi regionali): sia gli uni che gli altri risultano maggiori in Veneto. L’analisi si dedica anche al costo del lavoro: l’esternalizzazione della forza lavoro risulta nettamente maggiore in Veneto.
2) “Diagnosi interpretativa e suggestioni di policy” (di Francesco Longo, direttore Cergas): analisi della spesa pubblica nel settore della long term care: la componente sanitaria è il 48%. Come cambiano le strutture assistenziali: aumento della complessità assistenziale, aumento del portafoglio servizi, grandi differenze contrattuali tra le diverse strutture. Seguono alcuni suggerimenti di policy: favorire fusioni e coordinamento, spingere verso equilibrio contrattuale, rendere più trasparenti gli standard assistenziali, reperire risorse aggiuntive per la non autosufficienza…
3) “Oltre i costi: un tentativo di misurare la qualità nei Csa veneti” (di Emilio Tanzi, Nicoletta Masiero e Paolo Vallese): questa analisi della qualità ha riguardato sei diverse dimensioni. Risulta dai 20 enti studiati che le ore sociosanitarie di assistenza erogata sono in media 2.7; 9 enti su 20 coinvolgono organicamente i parenti nella formulazione del Pai; 12 strutture hanno realizzato collaborazioni per l’acquisto congiunto di beni e servizi. Gli ospiti anziani valutano la qualità in base alle relazioni e alla privacy, i parenti criticano soprattutto le eventuali carenze di personale e il loro turnover. S’invitano le strutture residenziali a stimolare la libertà di scelta degli anziani rendendoli “cittadini” più che “ospiti” della struttura e superare la frammentazione del sistema d’offerta ricercando alleanze con altri soggetti.
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