Quattordici associazioni del settore sanitario e sociosanitario, privato e non profit, tra cui Uneba, hanno scritto ai Ministri del lavoro, della salute e dell’economia e ai capigruppo alla Camera e al Senato per chiedere un intervento sulla norma di quota 100 per contribuire a dare risposta alla gravissima carenza di infermieri.
Ecco un estratto della lettera firmata anche dal presidente Uneba Franco Massi.
” La crisi della presenza infermieristica nelle strutture socio-sanitarie, che viene erroneamente attribuita agli effetti della pandemia da Covid 19, è invece determinata anche dal fatto che, dal
2020, gli infermieri che sono andati in pensione hanno usufruito di “quota 100”, istituto che prevede il divieto di cumulo con redditi da lavoro dipendente o autonomo.
La ratio del divieto era quella di dare slancio all’occupazione giovanile ma, nel nostro caso, tutti i giovani infermieri italiani sono stati assorbiti dal SSN e, fra l’altro, non sono ancora sufficienti
a sostituire i pensionati.
Proponiamo pertanto congiuntamente, come associazioni rappresentative della pressoché totalità del settore socio-sanitario, di apportare una modifica alla legge relativa alla “quota 100”,
rimuovendo le condizioni limitative suddette, esclusivamente per le professioni sanitarie carenti, come appunto gli infermieri”.
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