Camminare insieme, per le 24 realtà che fanno parte di Retinopera non è facile, ma è prezioso e necessario. Bisogna cercare la complementarietà tra le realtà, nel rispetto delle diverse sensibilità. Ed usare creatività, per far arrivare i nostri messaggi e le nostre istanze più lontano dei nostri soli ambiti. Anche perché operiamo in un mondo in cui la presenza e l’incisività dei cattolici in politica sono sempre più ridotte.
Questi i temi trattati dal presidente Uneba Franco Massi nel suo intervento a “Retinopera 2002- 2022 – Lavorare e camminare insieme”, evento per i 20 anni di Retinopera a Bologna. Con Massi nella delegazione Uneba anche il vicepresidente Fabio Toso, il segretario nazionale Alessandro Baccelli, componente del comitato esecutivo di Retinopera, e Fabio Cavicchi, commissario di Uneba Emilia Romagna.
“Le nostre organizzazioni -ha dichiarato il coordinatore di Retinopera Gianfranco Cattai in una intervista ad Avvenire -sono portatrici di diversità e non di divisioni, diversità che sono una ricchezza se messe in rete. Spesso non lo si comprende perché viviamo in un mondo che concepisce se stesso in due modi: o si è tutti d’accordo su tutto, o si è nemici e si combatte per prevalere sull’altro. Un mondo violento, per il quale la diversità è sinonimo di debolezza. Noi vogliamo far sperimentare a questo mondo la convenienza delle reti come antidoto all’autoreferenzialità che conduce alla solitudine. all’isolamento”.
“Saper interpretare le esigenze, le sofferenze, le indicazioni che vengono dalle persone e tradurle in impegno, in progetto, in cultura (…) è questo il grande impegno che Retinopera deve continuare a svolgere”, ha commentato il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, che ha partecipato all’evento Retinopera.
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