1200 minori di Napoli che vivono in situazione di fragilità sociale o economica potrebbero, finalmente, presto avere l’accoglienza, il sostegno e la socializzazione di cui hanno bisogno. Quelle che offrono loro i 23 Centri diurni polifunzionali associati ad Uneba. E che in quest’anno scolastico 2019/20 non hanno ancora potuto iniziare appieno la propria attività, “per perverse congiunture burocratiche, superando tutti i limiti del buon senso e delle buone pratiche”, come nota in un’intervista al Mattino  il nuovo presidente di Uneba Napoli, il guanelliano don Pino Venerito.

Come riferisce a Uneba lo stesso don Venerito, il nuovo assessore al sociale del Comune di Napoli Monica Buonanno lo ha contattato promettendo una rapida approvazione della delibera per lo sblocco dei fondi e dell’elenco dei minori ammessi ai centri diurni, in modo che l’attività delle strutture Uneba possa iniziare a fine novembre.

L’assessore ha anche dato la sua disponibilità ad incontrare a breve Uneba Napoli: sarà l’occasione per la nostra associazione di affrontare altri nodi irrisolti relativi al servizio dei centri diurni polifunzionali per minori a Napoli, come ad esempio:

  1. la mancata retribuzione delle assenze: se un minore un giorno è assente dalla struttura, la struttura per quel giorno non incassa la retta, pur avendo spese (struttura, personale educativo, trasporto…) pressoché invariate
  2. la necessità di una più chiara distinzione tra l’attività dei centri diurni, che attuano la presa in carico del bambino con tutte le sue problematiche, e quella dell’educativa territoriale
  3. l’entità della retta pagata dal Comune rispetto al servizio che il centro Uneba offre al minore, che spesso comprende trasporto da scuola al centro diurno,pranzo e attività educative, accoglienza fino alle 17.30
  4. più certezze per il sostegno alle attività dei centri diurni nel periodo estivo, quando le scuole sono chiuse e il ruolo dei centri diurni è forse ancora più importante

“Mi auguro- dichiara don Venerito al Mattino- che chi governa la nostra città ricordi, con Alessandro Manzoni, che la vita non è già destinata ad essere un peso per molti e una festa per pochi, ma per tutti un impegno, del quale ognuno renderà conto”.