Vita.it pubblica il 18 giugno 2020 una lunga intervista al presidente di Uneba nazionale Franco Massi, che spazia dalla gestione della Fase 2 per le strutture sociosanitarie e socioassistenziali – in primis rsa / case di riposo- fino alle prospettive di lungo termine dei servizi da garantire alle persone più fragili
Ecco un estratto dell’intervento di Massi
DPI – “Tutti nelle varie strutture, dagli ospedali alle case di riposo agli ambulatori dobbiamo avere una dotazione di DPI di scorta e protocolli di comportamento da attivare nelle emergenze, nello stesso identico modo in cui abbiamo l’estintore, l’impianto anti-incendio e l’allarme per i fumi…”
SIAMO PARTE DEL SSN – “Non c’è un confine così netto tra sanità e strutture residenziali: tutte sono essenziali, nel continuun dell’assistenza. Le persone cominciano ad avere un aiuto a domicilio, poi via via si appoggiano ai centri diurni, agli ambulatori, alle strutture semiresidenziali e ai centri residenziali. Questo deve essere un passaggio senza fratture e senza divisioni. Le RSA – lo dico sempre – fanno parte a pieno titolo del servizio sanitario nazionale, anche quando sono gestiti da enti privati, per grandissima maggioranza enti non profit”
CI HANNO TOLTO IL PERSONALE – “Le strutture hanno lavorato con personale limitato e sotto stress, faccio sommessamente notare che nel momento più critico i bandi del Governo hanno portato via medici e infermieri alle nostre strutture”.
A che serve demonizzare le Rsa? https://t.co/c3j4quFqUk Parla il presidente di @unebanazionale: «Le Rsa devono diventare centri multiservizi aperti verso il territorio. Molte, accanto al servizio residenziale, gestiscono anche poliambulatori, assistenza domiciliare, mini-alloggi»
— VITA.it (@VITAnonprofit) June 18, 2020
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