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Lombardia – Nel Piano sociosanitario serve co-progettazione con il Terzo Settore

Nuovo Piano sociosanitario in Regione Lombardia: Uneba Lombardia e Aris chiedono di essere parte attiva del processo di programmazione e ribadiscono la necessità che il sistema sociosanitario abbia un ruolo centrale. Resta in ogni caso centrale la necessità di un rifinanziamento del sistema.

Sono alcuni dei punti centrali emersi, al convegno Uneba Lombardia Aris Indirizzi di programmazione sociosanitaria” di mercoledì 5 luglio, dalla relazione di Stefania Pozzati, coordinatrice della Commissione Anziani di Uneba Lombardia e direttore del Sociale per l’associato Uneba Fondazione Sacra Famiglia.

 Il Piano sociosanitario regionale di Regione Lombardia, il primo dal 2010-12, è un’opportunità anche per gli enti, se permetterà di aver prospettiva almeno triennale di programmazione e chiarezza sulle risorse a disposizione.

 Il Piano dovrà “assumere come presupposto di base” quello di “valorizzare il ruolo del sistema sociosanitario come partner del percorso di cura”, ha evidenziato Pozzati. Ad esempio attraverso “percorsi di reale integrazione tra ospedale e territorio che mettano in rete Pronto Soccorso e reparti di medicina con strutture intermedie (nell’accezione più ampia del termine) per l’invio diretto di situazioni clinicamente stabili”.

 Nel suo intervento Pozzati ha analizzato il Programma Regionale di Sviluppo Sostenibile della XII Legislatura,  documento che rappresenta la traccia per l’elaborazione del Piano Sociosanitario regionale.

Uno degli obiettivi citati è la promozione del Terzo Settore. Tuttavia, nota Pozzati, “grande assente nella declinazione delle azioni per la realizzazione dell’obiettivo è la co-progettazione: co-progettazione e co-programmazione sono il fondamento per la promozione del Terzo Settore”. “Ancora una volta – nota amaramente – siamo considerati portatori di interesse e non enti coinvolti in molte delle azioni individuate nel Programma per lo sviluppo dell’offerta di servizi della sanità territoriale”.

 Infine, nota Pozzati, nel Programma “non c’è traccia della rete semiresidenziale, altro alleato strategico per consentire ad un utente fragile di continuare ad essere assistito il più a lungo possibile nel proprio contesto di vita”.

Ecco le slide che hanno accompagnato l’intervento di Pozzati sulla programmazione sociosanitaria

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