Con le sentenze 14225 e 14226 depositate l’8 luglio 2015, la Corte di Cassazione ha stabilito, ribaltando i primi due gradi di giudizio, che due scuole paritarie cattoliche del comune di Livorno dovranno pagare al Comune l’ICI – l’imposta oggi sostituita dall’IMU – per quanto riguarda il periodo dal 2004 al 2009. Le due scuole dovranno pagare in tutto 422 mila euro. Il contenzioso tra Comune di Livorno e le due scuole era nato nel 2010.
Sul tema ecco il commento di Maurizio Giordano, presidente nazionale di Uneba, da oltre 60 anni la più rappresentativa organizzazione del settore sociosanitario, assistenziale ed educativo. Vi sono associate anche molte scuole paritarie. Programmi e finalità degli enti associati all’Uneba sono coerenti con i principi cristiani.
“Nonostante le prudenti dichiarazioni del Presidente della Corte di Cassazione Giorgio Santacroce, che richiama precedenti di giurisprudenza e indagini comunitarie – afferma Giordano – la sentenza con la quale la Suprema Corte ha rinviato alla Corte di Appello ogni decisione di merito circa l’assoggettamento all’ex ICI (ora IMU) di due scuole rette in Livorno da Religiose preoccupa tutto il mondo del Terzo Settore. Il principio affermato dalla Corte dell’assoggettamento a tale imposta “laddove l’attività cui l’immobile è destinato, pur rientrando tra quelle astrattamente previste dalla norma come suscettibili di andare esenti, non sia svolta in concreto con le modalità di un’attività commerciale” sembra non tener conto della legislazione vigente (in particolare il decreto ministeriale 200 del 2012) che fissa con estrema precisione i criteri e i limiti per la individuazione delle “modalità non commerciali” svolte dagli enti non profit (tutti non solo quelli appartenenti all’area religiosa!) in essenziali settori di interesse generale quali l’istruzione, l’assistenza, la sanità, la cultura.
Vedremo le argomentazioni della Cassazione quando la sentenza sarà pubblicata, ma certo stupisce che non si tenga conto né dell’avvenuto componimento di una annosa questione avvenuto con il pieno accordo della competente struttura dell’Unione Europea (che ha approvato il DM 200/2012 e l’operato del Governo italiano), né del ruolo che gli organismi senza fine di lucro svolgono in tutti i settori dei servizi alla persona, a vantaggio della comunità e con forti risparmi per l’erario pubblico”.
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