Dopo l’approvazione della giunta, dovrebbe arrivare a breve in consiglio regionale, per una possibile approvazione entro fine 2019, il disegno di legge di riforma della sanità della Regione Friuli Venezia Giulia.
Uneba Friuli Venezia Giulia partecipa, lunedì 11 novembre, alla presentazione della riforma in commissione consiliare salute, e successivamente presenterà le proprie osservazioni.
Uneba Friuli Venezia Giulia, spiega il presidente regionale Matteo Sabini, sta seguendo con attenzione soprattutto quanto attiene al futuro ruolo del Terzo Settore nell’erogazione delle prestazioni nel nuovo assetto dell’assistenza socio sanitaria, vista anche la nuova funzione di committenza dei distretti delle aziende sanitarie.
L’assessore alla sanità Riccardi presenta la riforma: guarda il video
QuotidianoSanità offre una sintesi dei principali contenuti della riforma. Ad esempio:
- valorizzare le dimensioni della domiciliarità e dell’abitare inclusivo, anche nella non autosufficienza
- per ciascun paziente un progetto personalizzato di cura, che o sarà elaborato dall’equipe di valutazione in modalità di co-progettazione con la persona e la famiglia ed realizzato entro percorsi assistenziali integrati che coinvolgono tutte le componenti dell’offerta sanitaria, sociosanitaria e sociale.
- apertura di organizzazione e la gestione dei servizi e degli interventi entro i percorsi assistenziali integrati anche a forme di partenariato pubblico-privato sociale
- semplificazione dell’accesso alle degenze intermedie (RSA, Hospice, ecc.) al fine di favorire la presa in carico anche nei giorni prefestivi e festivi, per evitare i ricoveri ospedalieri inappropriati
- modello di concorrenza, anche modulare, per la regolazione del rapporto con i soggetti erogatori privati accreditati – da definire con una delibera successiva
Riccardi ha spiegato che nel ddl di riforma il tema dell’integrazione socio-sanitaria è stato affrontato cercando di guardare ad una prospettiva di costante integrazione tra l’area sociale e quella sanitaria con i reciproci servizi e ciascuno nell’ambito dell’esercizio delle proprie separate organizzazioni, anche attraverso un migliore raccordo tra gli strumenti di programmazione di ambito sociale e sociosanitario.
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