La dottoressa Paola Fabbris della trevigiana Fondazione Care, impegnata nella promozione della riflessione etica e dei processi di umanizzazione nel sistema della cura, propone ai lettori di www.uneba.org un approfondimento sulla pillola abortiva RU 486, che dovrebbe presto entrare in commercio anche in Italia.
Mettiamo a disposizione qui il testo integrale dell’approfondimento della dottoressa Fabbris; qui di seguito riportiamo una sintesi delle conclusioni.
“La RU486 – scrive Fabbris – rappresenta un effettivo rischio per la salute e per la vita delle donne.
Gli eventi avversi, che si possono correlare sia all’uso dell’RU486, sia a quello delle prostaglandine che all’uso delle prostaglandine combinate con RU486 combinati, possono essere: malessere, affaticamento, cefalea, rash cutanei, infezioni vaginali, febbre, endometrite, salpingite. Possiamo avere emorragie dovute proprio al rilassamento della parete uterina. Temutissime sono poi le infezioni quali salpingiti, vaginiti, endometriti e le infezioni pelviche.
Non sempre il trattamento abortivo riesce
Vi è anche la possibilità che il trattamento non abbia effetto e che la gravidanza venga o interrotta chirurgicamente o fatta proseguire. Da uno studio effettuato su gravidanze portate a termine in queste circostanze si ha una percentuale di circa il 23% di neonati che alla nascita hanno presentato malformazioni serie.
Non sempre è meno invasiva la pillola
Dal punto di vista psicologico si dichiara, a vantaggio dell’utilizzo della RU486, la minor invasività rispetto all’aborto chirurgico. Ma nel 15 % dei casi, dopo l’aborto indotto dalla RU486, l’espulsione avviene dopo 3 giorni previsti e può richiedere anche 15-20 giorni d’attesa. Inoltre nel 5 % dei casi bisogna comunque intervenire chirurgicamente. Ci si rende conto che cosa significa per una donna un aborto protratto per 2 settimane e quali possono essere le ricadute sfavorevoli sulla sua salute mentale? (….)
Poco tempo per decidere
Il ricorso alla RU486 è limitato alle sette settimane di gestazione. Perciò la donna che sa di essere incinta da circa due-tre settimane deve, in tempi brevi, prendere una decisione che la segnerà per tutta la vita. (…) Ci sarà il tempo e lo spazio per incontrare qualcuno che magari può offrire un’alternativa?
L’aborto diventa un anticoncezionale?
C’è il serio rischio di una ulteriore banalizzazione del valore della vita con l’incremento di una mentalità secondo cui l’aborto stesso finisce per essere considerato un anticoncezionale. Che è ciò che la legge 194/78 (quella sull’interruzione di gravidanza) esclude.
Una questione morale
Se vogliamo tenere presente l’imponente dimensione sociale del problema dovremmo riconoscere che si tratta di una vera e propria questione morale. Una questione nella quale è in gioco il modo in cui noi esseri umani vogliamo trattare altri essere umani. (…)
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