Uneba propone un emendamento al decreto Sostegni Bis, decreto legge 73/2021.
Uneba ha scritto al Ministro della Salute Roberto Speranza ed ai suoi sottosegretari Andrea Costa e Pierpaolo Sileri presentando l’emendamento, con una precisa proposta di articolato preceduta da una premessa.
Questa premessa riepiloga le difficoltà affrontate, e in cui si trovano, ancora, le strutture sociosanitarie non profit a causa della pandemia, e prova a quantificare i danni economici subiti e, a partire da qui, i ristori richiesti.
Che cosa prevede l’emendamento proposto da Uneba?
Un contributo a fondo perduto per associazioni, fondazioni, enti religiosi civilmente riconosciuti ed Onlus che svolgono attività sociosanitaria in regime residenziale a favore di anziani non autosufficienti e persone con disabilità.
Ottengono questo contributo gli enti che hanno avuto fatturato e corrispettivi del 2020 inferiori a fatturato e corrispettivi del 2019, quando la pandemia non c’era.
Il contributo è pari al 70% della differenza tra 2020 e 2019.
Esempio: la rsa Fondazione Santa Polenta ha incassato 30.000 nel 2019 e 20.000 nel 2020. Quindi 10.000 di meno. Otterrebbe un contributo del 70% di quei 10.000. Quindi 7.000.
Il contributo, ad oggi, è solo una proposta.
Se il Governo inserirà il testo proposto da Uneba come emendamento al decreto Sostegni Bis all’interno della sua legge di conversione, e se il Parlamento approverà questa legge di conversione, allora il contributo diverrà legge e sarà effettivamente erogato agli enti.
3 Comments
Condivido la proposta del Presidente Nazionale UNEBA Franco Massi e mi auguro che venga approvata dal Parlamento in sede di conversione in legge del Decreto.
Per allegerire un poco il clima che si vive: non posso che considerare che solo ad un bergamasco poteva venire in mente di chiamare Santa Polenta la Fondazione portata come esempio. Personalmente avrei preferito, da milanese, San Risotto (con ossobuco e gremolada).
Ad onor del vero, Santa Polenta non è conio del presidente Massi, ma di un redattore del sito di origine milanese 🙂
Dalla lettura letterale del testo proposto non sembrano inclusi gli enti del Terzo Settore che svolgono attività “non residenziali” : ad esempio Centro Diurno Disabili CDD, ecc.
E’ così?