Uneba da Papa Francesco: il presidente nazionale Uneba Franco Massi ha consegnato al Pontefice “Uneba nella storia dell’assistenza”, il libro di Maurizio Giordano sui primi 70 anni dell’associazione, e gli ha brevemente presentato l’impegno dell’associazione al servizio di circa 120 mila persone fragili, anziani anzitutto.
L’incontro è avvenuto mercoledì 13 aprile 2023 in occasione dell’incontro con Papa Francesco dell’associazione Aris, cui ha partecipato anche il responsabile della Pastorale della Salute della Cei mons.Massimo Angelelli.
Qui il testo del discorso di Papa Francesco all’udienza con Aris.
Ecco qui sotto alcuni estratti che, pur diretti alla sanità cristiana, ci paiono perfettamente applicabili anche al settore sociosanitario in cui operano prevalentemente gli enti Uneba
“Chiediamoci in particolare: qual è il compito delle Istituzioni sanitarie di ispirazione cristiana in un contesto, come quello italiano, dov’è presente un servizio sanitario nazionale per sua vocazione universalistico, e dunque chiamato a provvedere alla cura di tutti? Per rispondere a questa domanda, è necessario recuperare il carisma fondante della sanità cattolica per applicarlo in questa nuova situazione storica, consapevoli anche che oggi, per vari motivi, è sempre più difficile mantenere le strutture esistenti. Occorre intraprendere cammini di discernimento e fare scelte coraggiose, ricordandoci che la nostra vocazione è quella di stare sulla frontiera del bisogno; la vocazione nostra è quella: sulla frontiera del bisogno. Come Chiesa, siamo chiamati a rispondere soprattutto alla domanda di salute dei più poveri, degli esclusi e di quanti, per ragioni di carattere economico o culturale, vedono disattesi i loro bisogni. Questi sono i più importanti per noi, quelli che sono al primo posto della coda: questi”.
“Il bisogno di cure intermedie poi è sempre più elevato, vista la crescente tendenza degli ospedali a dimettere i malati in tempi brevi, privilegiando la cura delle fasi più acute della malattia rispetto a quella delle patologie croniche: di conseguenza queste, soprattutto per gli anziani, stanno diventando un problema serio anche dal punto di vista economico”
“La sanità di ispirazione cristiana ha il dovere di difendere il diritto alla cura soprattutto delle fasce più deboli della società, privilegiando i luoghi dove le persone sono più sofferenti e meno curate, anche se questo può richiedere la riconversione di servizi esistenti verso nuove realtà. Ogni persona malata è per definizione fragile, povera, bisognosa di aiuto, e a volte chi è ricco si trova più solo e abbandonato di chi è povero. Però è evidente che oggi ci sono opportunità diverse di accesso alle cure per coloro che hanno disponibilità economiche rispetto alle persone più indigenti. E allora, pensando a tante congregazioni, nate in diverse epoche storiche con carismi coraggiosi, chiediamoci: cosa farebbero questi Fondatori e Fondatrici oggi?”
“La realtà è complessa e potrete affrontarla in modo adeguato solo se le istituzioni sanitarie di ispirazione religiosa avranno il coraggio di mettersi insieme e fare rete, rifuggendo ogni spirito concorrenziale, unendo competenze e risorse e magari costituendo nuovi soggetti giuridici, attraverso i quali aiutare soprattutto le realtà più piccole”.

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