Quattordici mesi di ritardo nel versare la quota sociale e sei mesi di ritardo per la quota sanitaria.
Tale è il comportamento della Regione Calabria nei confronti delle strutture sociosanitarie, che ora si trovano in ginocchio.
E malgrado ciò la Regione sembra non avere ancora reperito i fondi per pagare gli arretrati.
A denunciare con forza questa situazione è una lettera al presidente della Calabria Giuseppe Scopelliti e a tutto il consiglio regionale della Calabria firmata da Uneba Calabria con il suo presidente Biagio Amato assieme ad Anaste con Michele Garo, Aris con Pietro Siclari e Agidae con Massimo Poggi.
Qui il testo della lettera alle autorità regionali.
Uneba Calabria e le altre associazioni hanno deciso di rivendicare con forza i diritti negati dal comportamento di chi governa la Regione: dalla prossima settimana via a forme di lotta in tutta la Calabria, a cominciare da una manifestazione di piazza a Catanzaro.
I mancati pagamenti di quanto dovuto per legge da parte della Regione “problemi finanziari tali da non poter consentire l’ulteriore prosecuzione dell’assistenza”. Né le banche, a cui si è già fatto ampio ricorso in passato, sono più disposte a offrire linee di credito. Così spiegano Uneba Calabria e le altre associazioni in una lettera inviata agli assistiti di tutte le strutture sociosanitarie (case protette, rsa, centri socioriabilitativi per disabili).
Qui il testo della lettera agli assistiti.
La soluzione a questo grave stato di difficoltà? Che il consiglio regionale della Calabria trovi le risorse necessarie per il Fondo sociale regionale nell’assestamento di bilancio da approvarsi a breve.
Ma se questo non succederà?
Uneba e le altre associazioni, a malincuore, si trovano costrette a comunicare agli assistiti che dal 1 agosto 2011 ci sarà “il passaggio all’assistenza indiretta con conseguente obbligo da parte degli utenti di provvedere all’integrale pagamento della quota sociale della retta”.
Anche per scongiurare questo doloroso rischio, le associazioni invitano assistiti e familiari a farsi sentire con il governo regionale e a partecipare alla manifestazione di protesta che verrà organizzata a breve da Uneba, Anaste, Agidae ed Aris, successiva a quella già svolta da Uneba e Aris a febbraio, sempre contro i ritardi della Regione.
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