Secondo quanto riporta il giornale “Il garantista”, il Tar di Catanzaro ha dato ragione alle strutture sanitarie private della Calabria (molte delle quali associate a Uneba Calabria) nel loro contrasto con la Regione riguardo alle tariffe da ricevere per le prestazioni.
In base alla sentenza, le tariffe da riconoscere agli enti per il quinquennio dal 2010 a giugno 2015 sono quelle fissate a gennaio 2010 dal Dipartimento Salute della Regione, anche se queste tariffe non vennero mai formalmente approvate dalla Regione.
Ma una ridefinizione delle tariffe era necessaria, perché il regolamento regionale 13 del settembre 2009, che fissava standard molto alti nei requisiti minimi richiesti alle strutture, impegnava contestualmente la Regione: “Le tariffe per le strutture dovranno essere determinate entro 60 giorni dall’entrata in vigore della delibera”.
Precedenti sentenze del Tar avevano già ordinato alla Regione Calabria di provvedere alla determinazione delle nuove tariffe sulla base dell’accordo raggiunto l’8 gennaio 2010, ma la Regione aveva invece deciso di procedere unilateralmente con la predisposizione di un tariffario, con rette del tutto insostenibili al punto da portare le strutture sull’orlo della chiusura, come denunciò Uneba assieme alle altre associazioni di categoria a gennaio 2014.
In sintesi: la Regione richiedeva standard alti (con le conseguenti assunzioni) ma pagava rette basse.
Il decreto del commissario ad acta per il rientro dal disavanzo sanitario dell’11 giugno 2015 numero 62 introduce una tariffa unica per tutte le strutture, da fissare solo in base ai requisiti richiesti, e non in base anche al contratto collettivo applicato nelle strutture.
Ma le compensazioni per la mancata applicazione di tariffe adeguate nel periodo dal 2010 all’approvazione del regolamento 62 vanno fatte in base a quanto fissato dall’accordo del 2010 e non dal regolamento 62, ha stabilito il Tar.
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