La riforma del welfare in Calabria rischia di nascere zoppa:
- mancano provvedimenti, ad esempio la definizione dei requisiti per le strutture
- mancano accordi, le convenzioni con le strutture sono scadute
- mancano fondi, la Regione è ultima in Italia per spesa nel sociale
Senza dimenticare gli intrichi della burocrazia: ad esempio, dal 1 luglio 2017 le strutture socio assistenziali in Calabria stanno erogando le prestazioni in favore delle fasce deboli senza emettere fattura, per espressa richiesta del Dipartimento Politiche Sociali.
Per questi e altri motivi, Uneba Calabria e le altre organizzazioni rappresentative del Terzo Settore e delle strutture socioassistenziali (Anaste, Aris, Confapi, Confcooperative, Legacoop e Forum Terzo Settore) chiedono la proroga dell’entrata in vigore della riforma sino alla definizione dei requisiti professionali e strutturali (…) e comunque sino alla garanzia di adeguata sostenibilita’ economica
Uneba e le altre associazioni chiedono anche lo sblocco immediato di tutte le richieste di inserimento nelle strutture da parte degli utenti aventi diritto e l’immediata proroga delle convenzioni di tutte le strutture socio assistenziali ormai scadute al 30 giugno 2017.
Maggiori dettagli nel comunicato stampa di Uneba Calabria e delle altre associazioni di categoria che trovate qui.
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