Da più di un anno gli enti erogatori sanitari e sociosanitari della Calabria non ricevono il pagamento della quota sociale delle rette, malgrado le sentenze intervenute in materia.
La copertura finanziaria ricevuta dalla Regione copre il costo delle prestazioni erogate solo fino a metà novembre. E questo vale sia per 2016 che 2017.
Requisiti e tariffe per le strutture sono stati cambiati più volte in pochi mesi (Vedi il decreto commissariale 118 del 14 settembre 2017).
Dinamiche poco chiare all’interno dell’amministrazione regionale fanno sì che non si capisca neppure più chi sono gli interlocutori istituzionali.
Sono questi alcuni dei gravi problemi di cui soffrono le strutture sanitarie e sociosanitarie della Calabria. Dovuti a scelte o mancate azioni della Regione. E che si ripercuotono sui più fragili: le persone assistite.
Il presidente di Uneba Calabria Ferdinando Scorza lo ha ribadito nella conferenza stampa di mercoledì 8 novembre assieme ai colleghi Pietro Siclari (Aris), Michele Garo (Anaste) e Massimo Poggi (Agidae).
Nell’occasione le associazioni di categoria hanno inviato a tutte le Istituzioni nazionali e regionali, a tutti i consiglieri regionali e a tutti i parlamentari eletti in Calabria una nota per metterli a conoscenza della criticità della situazione in cui versa il settore. “Vi chiediamo – scrivono le associazioni – di agire a tutela dei cittadini calabresi che Vi hanno eletto perché, in Calabria, è a rischio l’intero sistema di welfare socio-sanitario, con conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro ed il venir meno della stessa rete territoriale di assistenza”.
Per ripercorrere la lunga storia di disagi del settore sociosanitario in Calabria e i tentativi di Uneba e delle altre associazioni di far sentire la voce propria e degli utenti, qui tutti gli articoli di www.uneba.org riguardanti la Calabria.
Trovate qui sotto o qui il riassunto della conferenza stampa di Uneba e delle altre associazioni di categoria.
Trovate qui sotto o qui il documento inviato ai parlamentari.
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