10 luglio 1983: firma del primo contratto collettivo nazionale di lavoro Uneba. A 40 anni di distanza, le riflessioni del presidente onorario Maurizio Giordano.
Oggi (ma è così da molti anni…) la contrattazione nei rapporti di lavoro è prassi diffusa e condivisa da tutti, datori di lavoro e lavoratori; ma 40 anni fa, quando nel 1983 l’UNEBA firmò il primo contratto nazionale di lavoro con la CISL-Fisascat, la situazione era molto diversa.
USMI e CISM vedevano con sospetto l’instaurazione di rapporti con il sindacato e l’ingresso dei loro rappresentanti nelle istituzioni; c’era una netta differenza tra le Regioni, con quelle settentrionali più favorevoli a una contrattazione del lavoro; i sindacati (contando anche su una magistratura non sempre consapevole sia della tipologia dell’attività socioassistenziale sia della specificità delle istituzioni “di tendenza”) erano ancorati ad una logica pubblicistica che veniva espressa nella loro prima piattaforma con la richiesta di applicare il contratto del “parastato” (in vigore per INPS, INAIL, INAM, etc. tutti enti pubblici); il concetto di Terzo Settore (a fianco di Stato e privato-commerciale) non si era ancora diffuso (bisognerà attendere il 2017 per avere il primo Codice del Terzo Settore!).
Si deve alla lungimiranza e alla lucidità del Consiglio nazionale dell’UNEBA, ai responsabili della CISL dell’epoca ed alla maturità degli amministratori delle istituzioni assistenziali, se la prassi della contrattazione del lavoro (poi allargata alle principali sigle sindacali) è entrata nel nostro mondo, divenendo negli anni elemento fondamentale nella gestione di un settore essenziale per la vita del Paese.
Maurizio Giordano
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