Per dare alle persone non autosufficienti in Italia i servizi di cui hanno bisogno c’è ancora un lungo cammino da fare. E tappa fondamentale di questo cammino deve essere la valorizzazione dei centri diurni.
Lo ha ricordato il presidente di Uneba nazionale Franco Massi nel suo intervento in audizione in XII Commissione – Affari sociali della Camera giovedì 15 febbraio.
La riforma della non autosufficienza che il Governo sta avviando ha un impianto complessivo valido, ma il primo decreto attuativo purtroppo ha rinviato alcune delle speranze di cambiamento, ha detto Massi, in coerenza con le osservazioni al decreto presentate dal Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza.
Quali sono i bisogni di ciascuno? – Come Uneba più volte ha ribadito, devono essere i bisogni delle persone a determinare quali servizi si offrono loro al momento della presa in carico: servono linee guida per riuscire a scegliere il posto giusto per ciascuno, evitando soluzioni improprie. Ed evitando che le risposte dipendano dall’offerta dei servizi anziché dalla domanda di chi è fragile.
Centri multiservizi per risposte complementari – Questi servizi possono essere, a seconda dei bisogni, residenziali, semiresidenziali o domiciliari: tre modalità tra loro complementari, senza alcuna contrapposizione ideologica a dividerli. Tanto è vero che ormai da tempo vari enti Uneba offrono tutte e tre, ed altri servizi accessori: i centri multiservizi, di cui il decreto meritoriamente parla, sono una realtà che esiste già da prima della pandemia, ma a cui servono risorse per crescere.
Un piano di finanziamenti di nuovi centri diurni – Il decreto delegato – ha notato Massi con soddisfazione – dedica spazio ai centri diurni: Uneba auspica che anche i prossimi eventuali decreti e, soprattutto, le leggi di bilancio mettano le basi per un piano di finanziamento di nuovi centri diurni. Del resto, se un posto letto in ospedale costa all’ente pubblico 712 euro al giorno, in Rsa siamo a 54 euro al giorno, e in un centro diurno meno di metà che in Rsa.
Riqualificare a partire dall’esistente – Infine, nel suo intervento alla Commissione Affari Sociali, Massi ha ribadito che le scelte politiche per gli interventi di riqualificazione delle strutture residenziali per anziani, previsti anche dal Pnrr, debbano prendere come punto di partenza la situazione attuale dei 285 mila posti letto di queste strutture.
Le nostre proposte per il decreto – Uneba ha anche consegnato alla Commissione un approfondimento tecnico con proposte e quesiti sull’articolato del decreto legislativo, curato dal gruppo di lavoro Uneba sulla legge delega Anziani, coordinato da Virginio Marchesi.