Queste sono le previsioni di crescita dell’Istat per la popolazione anziana in Italia.
Persone con più di 65 anni
- anno 2000: 10,4 milioni
- anno 2010: 12,3 milioni
- anno 2020: 14,1 milioni
Persone con più di 80 anni
- anno 2000: 2,3 milioni
- anno 2010: 3,6 milioni
- anno 2020: 4,6 milioni
La popolazione anziana è destinata ad aumentare. Ma come cambierà la popolazione di anziani disabili?
Prova a rispondere questo articolo di Fausta Ongaro e Giovanna Boccuzzo pubblicato su www.neodemos.it e corredato anche di tabelle.
Per disabili si intendono anziani impossibilitati a muoversi, o a prendersi cura di sé, o ciechi, o sordi, o non in grado di esprimersi a parole. Una categoria che di fatto si avvicina a quella di “non autosufficienti” di uso comune nel nostro settore.
"Disabili" a più tarda età
Le due studiose affermano che nel corso del tempo sembra profilarsi un progressivo spostamento della disabilità verso le classi di età più alte. Si prevede che nel 2020 circa il 50% degli uomini e più del 60% delle donne con più di 85 anni sarà disabile.
Cioè: ci saranno sempre più disabili tra le persone con più di 85 anni, mentre progressivamente calante sarà la percentuale di anziani disabili nella fascia di età 65-84.
Si diventerà disabili sempre piu’ tardi.
Aumentano gli anziani disabili: 2,8 milioni nel 2020
Tenendo conto dell’aumento della popolazione, si puo’ quindi concludere che da qui al 2020 il numero di anziani disabili è destinato a crescere. Rispetto a oggi, ci saranno più anziani disabili con più di 85 anni, e un maggior numero di donne.
Ongaro e Boccuzzo arrivano a stimare che nel 2020 ci saranno circa 2,8 milioni di “anziani disabili” in Italia, contro 2,2 milioni nel 2005.
Nuovi anziani, nuova domanda di assistenza
Conclude lo studio: “nel prossimo decennio gli anziani disabili aumenteranno più velocemente degli anziani nel loro complesso. Non solo, poiché la disabilità tenderà a concentrarsi nelle età più avanzate, ci si dovrà preparare a rispondere a una domanda di assistenza complessa, espressa da una popolazione multicronica sempre più fragile, a cui la rete familiare informale, già ridotta di dimensioni e disponibilità, farà fatica a dare risposte adeguate”.
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