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“Il 50% degli aumenti contrattuali del sociosanitario sia a carico dell’ente pubblico”

Il giorno 17 gennaio 2024 a Roma si è svolto un incontro tra le associazioni datoriali del settore socio sanitario e socio assistenziale (AGESPI, AGIDAE, ANFFAS, ARIS, DIACONIA VALDESE, UNEBA) e le organizzazioni sindacali confederali (CGIL, CISL, UIL)  che dava seguito ad una richiesta presentata dagli enti gestori nel novembre del 2022 per analizzare la situazione del comparto socio sanitario in Italia.
In un clima di dialogo costruttivo, nel corso dell’incontro sono state portate all’attenzione delle organizzazioni sindacali le preoccupazioni espresse dalle associazioni datoriali rispetto alla tenuta del Sistema Sanitario Nazionale con le sempre minori risorse messe a disposizione da parte dello Stato e delle Regioni e sui preoccupanti segnali che provengono dal sistema previdenziale nazionale.

Al fine di avviare un percorso verso un CCNL unico di settore, le Associazioni datoriali si impegnano in tempi brevi alla costituzione tra di loro di un tavolo per realizzare un confronto ed una consultazione sull’argomento. Questa iniziativa sarà anche utile per concordare le linee per i rinnovi dei singoli CCNL in modo da evitare che vengono introdotti articolati troppo differenti che possano in seguito creare difficoltà in fase di unificazione dei testi. Pertanto sarà necessario che la normativa sia più possibile semplificata per essere più leggibile per tutti gli aderenti.
Sebbene i tavoli di rinnovo non abbiano tutti le stesse scadenze e le stesse dinamiche, le associazioni datoriali si impegneranno a far partire ed a proseguire, con le modalità definite a livello di singola sigla, le trattative sindacali.

 

In merito all’aspetto economico, preso atto della necessità di un adeguamento retributivo che consenta di allineare, pur nelle differenti situazioni contrattuali, le attuali retribuzioni tabellari, si ritiene auspicabile che come precedentemente attuato per il rinnovo del comparto sanitario, vi possa essere un intervento pubblico che consenta il recupero del 50% dell’incremento retributivo contrattuale concordato nei nuovi CCNL. A queste somme verranno affiancate anche disponibilità definite territorialmente con appositi accordi di secondo livello.

Questa modalità, oltre ad allineare la stessa normativa prevista per il comparto della sanità pubblica, della quale le associazioni datoriali ritengono a tutti gli effetti di poter appartenere come servizio sociosanitario pubblico (l’82% dei servizi sociosanitari sono prestati da entità private, di cui più del 50% da enti del Terzo Settore), potrà essere un valido supporto anche per la velocizzazione dei rinnovi contrattuali in corso che potrebbero contare, sullo sfondo, anche su di un migliore bilanciamento economico.

Si ricorda come attualmente vengono richiesti sempre maggiori adeguamenti di standard qualitativi mentre nel contempo le tariffe riconosciute per le strutture accreditate risultano, in parecchie realtà regionali, ferme da molti anni. Per questo viene richiesto alle OO.SS. confederali di porre in essere delle azioni comuni di sensibilizzazione nei confronti del Governo e di altri tavoli istituzionali per poter migliorare la condizione complessiva del settore, pur con le note diversità regionali.

Da parte delle OO.SS. intervenute viene registrata la consapevolezza delle problematiche evidenziate dalle associazioni datoriali, sulla sicurezza di tenuta del SSN anche in confronto alle attività esistenti in altri paesi della UE. Il divario di trattamento tra sanità pubblica e privata, si evidenzia anche nel campo delle realtà del Terzo Settore, a volte anche in maniera molto evidente.

Le difficoltà si accentuano anche a causa della diversificazione dei CCNL presenti nel settore e questo provoca anche che vi siano casi in cui le attività lavorative vengano giudicate poco attrattive (questo vale in generale per il settore sanitario) con fenomeni di abbandono dei posti di lavoro a favore di altre attività od altri paesi (europei e non solo). La prospettiva di un CCNL unico aiuterebbe il settore: a tale scopo sarebbe utile condurre un’analisi più approfondita mediante il reperimento di informazioni più specifiche che possano  aiutare a capire meglio le dinamiche di questo mercato e dare in questo modo la possibilità di utilizzare degli strumenti più adeguati.

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Le proposte in sintesi:

  • costituzione di un tavolo di coordinamento (interassociativo) per rinnovo Ccnl e linee per Ccnl unico
  • intraprendere azioni comuni di sensibilizzazione sulle problematiche del settore
  • auspicabile una richiesta al Governo per l’adeguamento delle tariffe corrisposte dalle Regioni in base ai rinnovi contrattuali nella misura del 50%
  • ripresa/velocizzazione delle trattative di rinnovo contrattuale per le sigle presenti
  • predisposizione di uno studio di dati del settore con coinvolgimento paritetico associazioni/organizzazioni sindacali
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