La Regione Veneto ha abolito l’Arss, Azienda regionale socio sanitaria. Lo prevede la legge approvata dal consiglio regionale mercoledì 14 novembre. Il personale sarà riassorbito.

Lo stesso provvedimento, originato dal progetto di legge 224 (leggi qui testo ed emendamenti) porta anche, all’articolo 6, anche nuove disposizioni sulle Ipab, sia su come deve essere gestita la contabilità che sui termini di presentazione dei bilanci. Si stabilisce inoltre che “le Ipab sono tenute ad utilizzare eventuali utili unicamente per la riduzione dei costi delle prestazioni, lo sviluppo delle attività istituzionali indicate dallo statuto, la conservazione e l’incremento del patrimonio dell’ente, in applicazione dei principi di qualità e rispetto degli standard dei servizi erogati”. Si definiscono anche le regole per l’alienazione del patrimonio delle Ipab.

L’articolo 9 stabilisce inoltre che “le iniziative della spending review ( legge 135/2012), trovano applicazione, con le modalità indicate nell’articolo 15, comma 14 (sulla revisione dei contratti), anche nei confronti degli erogatori pubblici e di quelli privati, ivi compresi quelli gestiti da società cooperative, che realizzano interventi socio-sanitari a carattere residenziale e semiresidenziale”. Viene cioè rivisto il taglio secco del 5% a tutti i contratti inizialmente imposto dalle Ulss, a favore di iniziative di riduzione della spesa più graduali e diversificate.

E’ stato bocciato un emendamento presentato dall’assessore al sociale Sernagiotto sul pagamento delle rette per le strutture residenziali.

Il presidente della commissione sanità Leonardo Padrin (Pdl) ha ritirato nel corso della discussione del progetto di legge tutti gli emendamenti relativi al Piano socio sanitario regionale, inizialmente previsti per evitare lo scontro con il governo nazionale che ha impugnato il Piano.