Nella bilancio 2010 della Regione Veneto approvato lo scorso 5 febbraio è previsto un incremento di 15 milioni di euro del fondo per la non autosufficienza e l’aumento del 2,5% del valore delle impegnative di residenzialità per quest’anno. E’ lo stesso assessore uscente alle politiche sociali Stefano Valdegamberi ad evidenziarlo, in una lettera diretta ai presidenti dei Centri di Servizio per anziani non autosufficienti.
“Raccomando perciò agli Enti gestori dei servizi residenziali – scrive Valdegamberi in relazione all’aumento del 2,5% delle quote – di tenere debitamente conto di ciò nella determinazione delle rette alberghiere a carico delle persone accolte, affinché l’accesso ai servizi sia mantenuto in condizioni di sostenibilità per gli ospiti e le loro famiglie”.
Il commento di Uneba Veneto
Uneba Veneto riconosce l’impegno del consiglio regionale a garantire risorse per il servizio alla fascia più fragile della popolazione veneta. Hanno trovato nei fatti ascolto le sollecitazioni fatte da Uneba Veneto: il vicepresidente Ernesto Burattin nell’audizione alla commissione regionale Bilancio del 17 novembre aveva rilevato che non era previsto, nelle bozze di bilancio, nessun aumento delle quote di rilievo sanitario, il che avrebbe rischiato di danneggiare, oltre che le strutture Uneba, anche le famiglie e i lavoratori stessi.
Vogliamo ribadire infatti che la quota di rilievo sanitario è un contributo che la Regione destina all’anziano, che a sua volta lo gira alla struttura in cui è accolto. Va a coprire una parte del costo per il personale che si prende cura dell’anziano nella struttura.
La quota infatti, è calcolata su un numero di dipendenti per assistito stabilito addirittura nel lontano 1984, quando situazione degli anziani e cultura e qualità dell’assistenza erano ben diverse. Tanto è vero che moltissime rsa oggi mettono a disposizione degli anziani ospiti più personale del minimo prestabilito, Il tutto a parità di finanziamento della Regione, e con il solo scopo di offrire un miglior servizio.
In questo senso, a chiedere che le quote di rilievo sanitario siano dalla Regione adeguate al crescente costo del personale e alle esigenze di assistenza dovrebbero essere anzitutto i famigliari rappresentanti degli assistiti ed i sindacati che tutelano i lavoratori. Non la sola Uneba, che ha segnalato il problema alla politica veneta. E che, grazie all’opera di sensibilizzazione condotta assieme ad altre associazioni di categoria, può ora ringraziare il consiglio regionale della sensibilità, dimostrata tanto verso gli anziani quanto verso l’impegno delle strutture che si prendono cura di loro.
Le strutture Uneba, lontane per natura e per scelta da logiche di profitto, certo non intendono trarre profitto dalla Regione e dagli ospiti, bensì semplicemente avere una reciproca assunzione di responsabilità con la prima e rinnovare il patto di servizio con i secondi.
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