E’ stata l’Università degli Enti del Terzo Settore uno dei temi del secondo giorno di lavori del convegno nazionale Uneba “Disabilità, fragilità, vulnerabilità, qualità della vita” a Torino.
Il presidente Uneba nazionale Franco Massi aveva già annunciato all’apertura del convegno questo nuovo progetto di collaborazione di Uneba ed i suoi enti con università e enti pubblici per formazione, ricerca e costruzione di nuovo welfare.
Ulteriori dettagli li ha forniti il presidente della commissione Formazione di Uneba nazionale Andrea Blandi nel suo intervento.
Dalla primavera 2019, ha spiegato Blandi, l’Università degli Enti del Terzo Settore si darà forma di consorzio e inizierà a mettersi in relazione con i diversi istituti, con l’obbiettivo di darsi anche una visione europea. Si aprirà un tavolo per definire perimetri , obbiettivi e finalità della ricerca.
Presso gli enti si svilupperanno poli autonomi di intervento- ha spiegato Blandi- . Questa Università dovrà diventare uno strumento che aiuti gli enti Uneba a svolgere la propria missione e al contempo sia motore di innovazione. E’ un modo per dare continuità all’impegno di formazione e confronto tra gli enti che avviene con i convegni Uneba”.
“Uneba darà all’ìniziativa tutto il contributo necessario”, ha promesso il presidente Massi. Non sarà pero’ l’associazione a gestire direttamente la nuova realtà. Vi aderiscono tra i primi la Scuola superiore di scienze dell’educazione San Giovanni Bosco di Firenze e l’Istituto Universitario Salesiano Torino Rebaudengo, partner di Uneba nel convegno di Torino.
A completare la sessione finale del convegno erano state le relazioni di:
- Fabrizio Giunco su fragilità e vulnerabilità – chiusa affermando che “dobbiamo ripensare i servizi alla disabilità, perché sono incoerenti rispetto alla realtà: troppo istituzionalizzanti invece che autonomizzanti.
- don Marco Bove sulla qualità della vita per le persone con disabilità, che si misura sulla qualità delle relazioni
- don Mario Llanos su “L’empatia cuore di ogni forma d’aiuto”. – “La ‘liquidità’ della modernità di cui parla Zygmunt Bauman – ha notato Llanos- affligge anche la relazione con le persone con disabilità: ma con loro non serve una relazione ‘liquida’ bensì una relazione diretta, impegnata, vincolante. Umana ed umanizzatrice. La società intera deve imparare l’arte di cogliere i bisogni di chi è in situazione sfavorevole. L’empatia è la chiave di una nuova costruzione sociale sulla disabilità, e ogni operatore sociale deve essere empatico”.
Lo stesso Llanos aveva celebrato la messa per i convegnisti la mattina di venerdì 23, prima dello spazio per gli workshop. Qui tutti gli articoli sul convegno sulla disabilità, comprese le video interviste ad alcuni relatori degli workshop.
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