(intervento ufficiale di Uneba Veneto)
Uneba Veneto guarda con favore all’istituzione in Veneto del Fondo per la non autosufficienza, votato ad ampia maggioranza dal consiglio regionale del Veneto la scorsa settimana (qui il nostro approfondimento in materia ) .
Per la lunga esperienza dei nostri enti associati in questo settore sappiamo bene l’importanza e la necessità che assumono questi interventi a favore della fascia più debole della nostra popolazione.
Al di là dei meccanismi stabiliti dal nuovo provvedimento legislativo, restano però centrali le questioni legate alle risorse e alle regole del welfare in Veneto, e su queste questioni Uneba Veneto vorrebbe aprire un dialogo costruttivo con le istituzioni.
Le risorse, anzitutto
Il nuovo Fondo per la non autosufficienza, pur attuando una razionalizzazione del sistema raggruppando più voci del bilancio precedente, non porta a un adeguamento delle risorse, bensì addirittura ad una loro riduzione. E questo nonostante sia sotto gli occhi di tutti il fenomeno di un progressivo aumento della non autosufficienza e del bisogno di assistenza.
In Veneto – citiamo dati regionali – le persone non autosufficienti sono circa 120 mila, e di queste solo 24 mila, tra quelle ospitate nelle residenze, risultano titolari delle quote sanitarie.
Le regole, poi
“Forse è giunto il momento – dicono Francesco Facci ed Ernesto Burattin, presidente e vicepresidente di Uneba Veneto – di consentire ad enti no profit che, con serietà ed impegno si adoperano per le persone non autosufficienti, di raggiungere esiti appropriati agli effettivi bisogni delle persone assistite. E di farlo grazie ad un sapiente utilizzo delle capacità organizzative di tali enti, che possono essere sganciate da standard fissati dalle istituzioni, ma di fatto superati dalla realtà che vivono.
Nel contempo il cronico e crescente ritardo nel pagamento di quanto dovuto da parte dell’ente pubblico, segnatamente le Ulss, acuisce ancor di più questa crisi, che sta erodendo non solo i bilanci degli enti, ma anche le entrate delle famiglie.
Unitamente a tutto ciò, questa crisi non ha ridotto i costi per gli enti. Anzi, il costo più importante, cioè il personale, segue esattamente il percorso contrario, quasi come una variabile indipendente del sistema” .
Nulla di fatto con i sindacati
Né da testimonianza l’incontro svoltosi lunedì 30 novembre a Roma tra la delegazione trattante di Uneba nazionale e le organizzazioni sindacali firmatarie, conclusosi con un nulla di fatto.
I rappresentanti Uneba hanno svolto una precisa e dettagliata disamina della drammatica situazione in cui versa la maggior parte delle Regioni italiane nel comparto socio – assistenziale: non solo in Veneto, ma anche in altre Regioni tradizionalmente attente ad un adeguamento delle risorse destinate alle persone assistite. Una situazione che mette in grave difficoltà gli enti e che pertanto li ad una dilazione nell’erogazione dell’ultima tranche contrattuale. Si tratta dell’aumento fissato per febbraio 2010 dall’accordo di febbraio 2009. Ma già al momento della stesura dell’accordo era stata prevista, rispetto a quest’ultimo aumento, la possibilità di differimenti, in relazione a particolari e oggettive situazioni regionali.
Alla descrizione di questo quadro preoccupante – per gli enti, per i lavoratori e per gli assistiti – fatta da Uneba, le organizzazioni sindacali hanno opposto un atteggiamento sordo, ossequioso ai “riti” sindacali vecchio stampo, svincolato da ogni riferimento alla realtà sottostante.
A nulla sono valsi i tentativi della nostra delegazione di far si che fossero le organizzazioni sindacali stesse a verificare l’esattezza di quanto sopra affermato. Tanto che, per converso, dai sindacati la delegazione Uneba si è sentita proporre un rilancio, con l’annuncio della prossima presentazione della piattaforma per il rinnovo triennale.
Le responsabilità di Uneba Veneto e degli enti associati
Uneba, consapevole della responsabilità che si è assunta nel mantenere inalterata la qualità nell’assistenza nei confronti delle persone accolte e delle loro famiglie, e nel contempo di garantire gli attuali livelli occupazionali, intraprenderà tutte le iniziative volte a far sì che ci sia una condivisa sostenibilità economica, sotto l’obbligo del vincolo di bilancio.
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