La conferma della dedizione quotidiana agli anziani ospiti e la disponibilità ad un passo ulteriore di trasparenza, introducendo forme di rilevazione permanente video delle attività.
Questa la risposta di Uneba Toscana e delle altre organizzazioni del settore socio sanitario regionali alla rivelazione dei maltrattamenti avvenuti ai danni degli ospiti di una rsa di Prato.
Ecco qui di seguito il comunicato stampa diffuso da Uneba Toscana, Anaste, Arat e Arsa.
Le immagini dei maltrattamenti avvenuti nella Rsa di Prato sono semplicemente agghiaccianti. Auspichiamo che la magistratura accerti tutte le responsabilità e siano perseguiti con estrema durezza tutti coloro che risulteranno colpevoli di maltrattamenti fisici e psicologici nei confronti degli anziani.
Occorre però non fare di tutta l’erba un fascio e gettare fango o ombre, anche indirettamente, sul lavoro quotidiano di oltre 8000 tra operatori, infermieri, terapisti, educatori, addetti ai servizi generali che assicurano con motivazione, professionalità e dolcezza a oltre 10 mila anziani gravi ricoverati nelle Rsa toscane livelli assistenziali tra i più elevati e qualificati in Italia.
Le Rsa toscane sono già strutture aperte ai cittadini, ai famigliari e al territorio, soggette a molteplici forme di controllo e vogliono essere ancora più trasparenti sotto ogni profilo, vere e proprie case di vetro di chi non ha niente da temere o da nascondere.
Per questo siamo disponibili ad aprire e chiudere in pochi giorni un confronto e un accordo con Regione, Comuni ed organizzazioni sindacali per introdurre progressivamente nelle Rsa forme di rilevazione permanente video, tali da assicurare la totale trasparenza delle attività, senza però intaccare diritti individuali e del lavoro, grazie ad una utilizzabilità delle immagini solo da parte di organi di controllo e magistratura in presenza di eventi di significativa gravità.
Firenze, 11 luglio 2015
Uneba Toscana – Andrea Blandi
Arsa – Paolo Migliorini
Anaste – Paolo Moneti
Arat – Giancarlo Girolami
1 Comment
Condivido! Peccato che in veneto dove lavoro io ci dicono che la videosorveglianza e’ illegale!