Uneba Bergamo chiede un incontro urgente all’assessore al welfare della Regione Lombardia Letizia Moratti e al direttore generale Giovanni Pavesi.
Lo fa appoggiando la richiesta presentata dall’Associazione San Giuseppe e all’Associazione Case di Riposo Bergamasche. L’inconto servirà per illustrare la situazione e cercare, con la Regione Lombardia, soluzioni condivise per le 60 Rsa per anziani della provincia di Bergamo: da un anno affrontano la pandemia, che sulla provincia di Bergamo ha crudelmente infierito.

Il peso delle spese sostenute a causa della pandemia e la grave riduzione delle entrate per le limitazioni all’ingresso di ospiti hanno messo in grave difficoltà i bilanci delle strutture: si rischiano riduzioni di servizio, o perfino chiusure, a tutto danno degli anziani più fragili e delle loro famiglie.
Per sopravvivere salvaguardando la sostenibilità economica, potrebbe essere inevitabile la dolorosa scelta di un aumento delle rette a carico delle famiglie.
Le tre associazioni tra cui Uneba Bergamo hanno presentato la situazione e la propria richiesta di incontro urgente a Moratti e Pavesi in una conferenza stampa lunedì 8 marzo.

E cosa succederà ai posti di lavoro?

“Nelle Rsa della provincia di Bergamo – spiega il presidente di Uneba Bergamo Fabrizio Ondei- sono impegnati quasi 6.000 operatori sanitari, parasanitari e assistenziali.
Quasi tutte le Rsa hanno fatto ricorso massiccio agli ammortizzatori sociali (Fondo Integrazione Salariale, Cassa Integrazione) e interrotto contratti temporanei per tamponare il calo di attività e alla luce del blocco ai licenziamenti ancora in vigore. Diverse Rsa hanno dovuto ricorrere a finanziamenti e mutui per assicurare gli stipendi e la gestione ordinaria, poiché Regione Lombardia si è impegnata a saldare solo entro il 30 giugno 2021 quanto deve per il 2020 !”

Anche sindaci e sindacati intervengono a sostegno delle Rsa.

“Il Consiglio di rappresentanza dei sindaci — si legge in una nota — è molto preoccupato e chiede la massima attenzione e impegno per l’attuale situazione di Rsa e Rsd. (…) Il mancato investimento nelle strutture di cura e assistenza agli anziani ci preoccupa molto come amministratori, perché i costi delle mancate entrate ricadranno sui comuni e sui privati cittadini che vedranno aumentare i costi delle rette per sostenere servizi essenziali quali le Rsa. Chiediamo quindi a Regione Lombardia un intervento mirato e immediato anche attraverso le Ats a sostegno delle Rsa della nostra provincia, la più flagellata della Regione”.

“Le Rsa- scrivono i comunicati i sindacati Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil – sono il luogo fisico in cui molte persone fragili e anziane trascorrono la parte finale della loro vita. Strutture solide ed economicamente stabili consentono a queste persone di vivere in luoghi attrezzati, funzionali e spesso belli, usufruendo di cure adeguate. Si ristora qualunque settore produttivo e qualunque categoria professionale e si dimentica il più grande e antico patrimonio di assistenza della nostra comunità . Siamo a fianco delle Rsa contro l’ennesimo esempio di miopia e approssimazione di Regione Lombardia”.

A livello regionale, già a metà febbraio Uneba Lombardia, assieme ad altre associazioni di categoria
e sindacati, aveva rivolto alla Regione un appello ad erogare rapidamente le risorse economiche necessarie per continuare a proteggere i più fragili dal Covid.

Uneba Lombardia quantifica in 200 milioni la perdita del settore Rsa nel 2020 in Lombardia. E nei primi mesi del 2021 continuano a perdere 1 milione e mezzo al giorno nel 2021.