Si è tenuto a Corato l’11 gennaio 2014, presso l’Oasi di Nazareth, il primo convegno interregionale delle federazioni UNEBA per la Puglia e la Basilicata con il tema “Piano socio-sanitario, contrattazione, opere sociali”.

Ad aprire il convegno, il saluto del diac. Enzo Dilecce, presidente dell’Oasi, che ha ricordato la centralità dei servizi socio assistenziali e sociosanitari per lo sviluppo del territorio e la garanzia di più eque condizioni di vita per le persone e famiglie maggiormente in difficoltà e particolarmente colpite dalla crisi economica che da anni sta colpendo il Paese.

Nella sua introduzione il presidente della Federazione Uneba della Puglia, dott. Angelo Grasso, (che è anche direttore dell’Ipres – Istituto pugliese di ricerche economiche e sociali), ha richiamato l’attenzione sul ruolo del terzo settore che concilia l’ispirazione religiosa con la concretezza di opere da anni impegnate nel settore e, spesso, unico punto di riferimento nel territorio per tante realtà. Un terzo settore che deve però saper rispondere alle esigenze di cambiamento e di qualificazione e porsi da valido interlocutore della pubblica amministrazione in un quadro di chiara suddivisione di compiti.

L’arcivescovo di Trani – Barletta – Bisceglie mons.Giovan Battista Pichierri, portando il saluto e l’appoggio della Chiesa pugliese ha sottolineato la validità di una associazione nazionale, quale l’Uneba, forte della sua lunga storia e di una presenza diffusa in tutta Italia, ma che in tante zone del Sud ha carenze e vuoti che danneggiano la presenza dell’associazionismo, indebolendone il ruolo di parte nei rapporti con la regione e le autonomie locali.

Della situazione legislativa e programmatoria hanno quindi parlato il dott. Pietro D’Argento, del Gruppo di assistenza tecnica dell’Assessorato al welfare della Regione Puglia, e il dott. Michele Plati, presidente della cooperativa Il Sicomoro e già assessore ai servizi sociali del Comune di Matera.

Per la Puglia si tratta del III Piano delle politiche sociali che prevede una spesa di 500 milioni di euro inserita nel Piano di accoglienza e di adesione (PAC) e che prevede un orientamento verso una gestione caratterizzata dall’erogazione di buoni servizio, fattore di qualificazione sia della domanda che dell’offerta di servizi. Il PAC prevede una serie di obiettivi prioritari, tra i quali: infanzia e conciliazione dei tempi familiari, contrasto della povertà (anche con il pronto intervento), accoglienza, non autosufficienza, contrasto della violenza. D’Argento ha anche annunciato che tutti i Comuni dovranno presentare il proprio piano di zona entro febbraio 2014.

Per la Basilicata il dott. Plati ha illustrato la situazione, attualmente in stasi per il recentissimo rinnovo del consiglio regionale, ed i lavori in corso per il nuovo piano sociale e sanitario: è una Regione molto articolata territorialmente, con differenze tra comuni montani e marini, nella quale si stanno avviando nuove strutture, specialmente cooperative, anche a seguito del Progetto Policoro, fortemente voluto dalla Conferenza episcopale che vede riunite espressioni del mondo ecclesiale ed iniziative civili particolarmente in favore dei giovani.

Il segretario generale dell’Uneba Luciano Conforti ha quindi brevemente illustrato le novità del CCNL UNEBA e le condizioni per la contrattazione a livello regionale.

Nel concludere il convegno, il presidente di Uneba nazionale Maurizio Giordano ha ribadito l’importanza di occasioni di incontro come questa tra gli enti associati. Indicando tre obbiettivi:

  1. ricostituire un punto comune di rappresentanza e pressione degli enti nei confronti dell’amministrazione comunale, di azienda sanitaria o regionale, in materia di legislazione, programmazione, gestione, finanziamenti
  2. ricostituire una collaborazione per la quotidianità degli enti: gestione dei rapporti di lavoro, convenzioni, accreditamenti, fisco, IMU. “Perché non coordinare servizi e acquisti per fare massa critica in un quadro di autonome e volontarie scelte?”, l’invito di Giordano
  3. dar vita insieme a Caritas, ed alla Consulta ecclesiale regionale dei servizi sociali e raccordarci con il Tavolo della salute Cei