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Uneba Prato mette a disposizione la 'facilitatrice nell'accesso alle Rsa'

Trovate qui di seguito il comunicato stampa sul convegno “La Toscana verso un nuovo welfare” svoltosi a Prato al Pio Istituto Santa Caterina de’Ricci, con la partecipazione dell’associato Uneba Coop Sarah
 
Istituzioni, operatori e parti sociali mirano ad un obbiettivo comune: un nuovo modello di welfare per continuare a garantire i servizi così da tutelare cittadini e lavoratori dei soggetti gestori.
In occasione del convegno al Pio Istituto “S.Caterina De’Ricci” è nata una giornata intensa di confronto e dibattito, con al centro qualità dei servizi, Conv-Sarah_17062016_01management delle imprese sociali e diritti dei lavoratori.
Un successo, per partecipazione e qualità dei contenuti offerti, il convegno organizzato ieri da U.N.E.B.A. Prato, Sarah Cooperativa Sociale Onlus e Studio Associato D’Agostino.
All’evento hanno partecipato i principali attori locali pubblici e privati, dai consiglieri regionali pratesi Ilaria Bugetti e Nicola Ciolini, al coordinamento dei servizi sociali, dalla Società della Salute ai dirigenti dei principali soggetti del terzo settore oltre che i sindacati.
Tutti concordano che sia necessario ridefinire e riorganizzare il nostro modello di welfare, anche in considerazione del fatto che  – come ha sottolineato Bugetti – la popolazione ha un’aspettativa di vita sempre più lunga e quindi aumenta il numero dei servizi richiesti a fronte di una diminuzione importante delle risorse disponibili. Ciolini ha ribadito che il ruolo dell’ente pubblico deve essere sempre più quello di regia e controllo piuttosto che di fornitore dei servizi.
Vladimiro D’Agostino, presidente del CdA di Sarah Cooperativa Sociale Onlus invece ha concentrato l’attenzione sulla necessità di un cambiamento radicale di approccio alla questione: “è necessario prima di tutto risollevare l’economia generale” superando iniquità e sproporzione contributiva, investendo anche in cultura considerata motore per il miglioramento delle condizioni di vita (e quindi di capacità di contribuire alla spesa pubblica) e – ha continuato D’Agostino – allo stesso tempo “sviluppare una gestione più manageriale da parte dei soggetti che erogano i servizi. Il tutto naturalmente con il contributo dei soggetti pubblici e politici chiamati ad attuare maggior controllo e programmazione, oltre che a correggere le attuali “storture” tipo le gare al massimo ribasso o l’uso di strumenti come l’ISEE, considerato punitivo nei confronti dei contribuenti più risparmiatori dato che si basa principalmente su parametri patrimoniali”.
Il coordinamento dei servizi sociali di Prato ha portato all’attenzione della platea i principali indicatori di settore che evidenziano come si stia assottigliando il ceto medio nella nostra società, avvicinandosi sempre di più alla fascia di popolazione che rientra nella soglia minima di sussistenza. Questo comporta una diminuzione di partecipazione alla spesa che si riflette in minori risorse disponibili per la fornitura dei servizi socio assistenziali. Inoltre con l’entrata a regime del diritto di libera scelta tra le strutture per i cittadini era prevista una omogeneità di offerta sull’intero territorio provinciale che ancora non si è concretizzata, manca quindi la copertura piena del bisogno di servizi socio assistenziali.
Di welfare a due pilastri (pubblico e privato) ha parlato Giancarlo Magni consigliere della Fondazione Turati. “Se non vogliamo arrivare a tagliare completamente l’intervento pubblico nei servizi socio-sanitari, cosa che io considererei come un arretramento pesante rispetto all’attuale condizione, dobbiamo rapidamente innovare e cambiare il sistema per rendere compatibili le  risorse con  i bisogni, attuando con coraggio una trasformazione profonda”. Il rischio maggiore – ha sottolineato Magni – è quello di “evitare di considerare i cambiamenti in atto e le criticità del welfare attuale, che porterebbe il nostro sistema all’implosione e a pagarne le spese sarebbero le persone più deboli, cioè proprio quelle che il sistema in teoria vuole proteggere”.
Trasparenza e accesso agli atti per garantire i diritti dei cittadini e valorizzare le buone pratiche del sistema pubblico sono per Lucia Franchini, Difensore Civico della Regione Toscana, insieme alla necessità di riportare singoli eventi e contenziosi con le famiglie a livello di buone pratiche generali, gli strumenti disponibili per migliorare l’attuale sistema.
Maggiore attenzione per il trattamento dei lavoratori del terzo settore è stata richiesta da Sandro Malucchi della Funzione pubblica CGIL, il quale invita anche il pubblico ad evitare quelle situazioni che ingenerano circoli viziosi per cui le aziende dei gestori sono pagate in ritardo o con margini talmente bassi che a farne le spese sono i lavoratori e di conseguenza gli utenti dei servizi stessi.
Dalla tavola rotonda “Management e sviluppo delle aziende sociali” moderata da Claudio Vannacci, direttore di “Notizie di Prato”, è emerso da parte degli operatori del settore un sostanziale bisogno di crescita ed aggregazione, anche attraverso fusioni e incorporazioni sia per poter attuare economie di scala (Loretta Giuntoli, Presidente Consorzio Astir) e aumentare il ventaglio dei servizi offerti, sia per superare la concorrenza di grosse cooperative che arrivano da fuori regione a competere sul nostro territorio.
Anche dalle aziende arriva la richiesta di non fare gare al massimo ribasso (Gianna Mura, Presidente Coop. Alice) e viene evidenziata la necessità di formare i dirigenti in senso manageriale (Federico Grassi, Coop. Arkè) per evitare che buoni servizi offerti da piccole cooperative siano persi per impossibilità di accesso ai finanziamenti pubblici e privati (Marco Parisi, Coop. Arca) oltre che di investire nella formazione degli operatori e nella ricerca di utenti privati (Vladimiro D’Agostino, Presidente Coop. Sarah)
“Le cooperative sociali non distribuiscono gli utili tra i soci ma sono obbligate a reinvestirle sul proprio territorio – ha detto Marco Paolicchi, presidente della Coop. Pane&Rose – mentre i posti di lavoro in genere sono tutelati dalle gare di appalto, l’assegnazione a cooperative esterne porterebbe ad un impoverimento della nostra regione.
Per Renza Sanesi, segretario generale Fondazione Opera S.Rita, è inevitabilmente necessaria più sinergia tra pubblico ed enti gestori  anche in considerazione dell’aumento del flusso migratorio che porta a prevedere un aumento della richiesta di servizi.
Dopo la tavola rotonda è stato il momento della presentazione di una nuova figura tecnica voluta da UNEBA (una delle principali associazioni di enti socio assistenziali) nata per soddisfare un bisogno delle famiglie, cioè aiutarle ad orientarsi nei vari servizi socio sanitari ed eventuali contributi, in un momento di disagio emotivo che rende tutto più complicato. La “Facilitatrice nell’accesso alle Rsa”, Elisa Valdambrini, sarà a disposizione dei cittadini presso Sarah Cooperativa Sociale.
Paolo Bianchi, Consulente Qualità e Accreditamento ha fatto poi il punto sull’applicazione del D.Lgs. n. 231/2001 che disciplina la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, anche negli enti non commerciali
La giornata si è conclusa con il confronto fra pubblico, Istituzioni e parti sociali moderato da Gianni Rossi, Direttore di “TV Prato” durante la quale Michele Mezzacappa – Direttore “Società della Salute” di Prato ha ricordato come la Toscana sia una delle regioni più “vecchie” d’Europa, e che per compensare l’aumento di affluenza ai servizi sociali – effetto dell’abbassamento del reddito delle famiglie – è necessario diversificare l’offerta dei servizi prevedendone di intermedi o domiciliari prima di arrivare all’inserimento in RSA.
L’iniziativa realizzata grazie al supporto di Federcon srl e Toscocell srl, ha visto come partner Apprendo srl e media partner Neri & Neri Comunicazione.

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