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Uneba Napoli e Comune, tavolo di concertazione sul futuro dei centri socio educativi

Uneba Napoli ha accettato la proposta del Comune di Napoli ed ha iniziato a partecipare ad un tavolo di concertazione sul futuro dei centri socio educativi. Cioè le strutture che tanti enti associati gestiscono e che offrono un accoglienza, educazione, istruzione, relazione a migliaia di bambini e ragazzi napoletani, spesso provenienti da situazioni sociali o famigliari a rischio.

Tema in discussione al tavolo è un possibile rinnovamento dell’organizzazione dei centri socio educativi (detti anche semiconvitti) e della loro collaborazione con il Comune e le altre istituzioni pubbliche.

Non per questo però passa in secondo piano la grande difficoltà economica che i centri vivono, proprio a causa del Comune. Che, come più volte denunciato anche su www.uneba.org, continua a non pagare agli istituti quanto dovuto per il servizio ai minori. Il ritardo è ormai arrivato a tre anni. Costringendo gli enti ad un insostenibile continuo anticipo delle spese.

Al primo incontro del tavolo di concertazione, per Uneba Napoli hanno partecipato il presidente Lucio Pirillo e il segretario Antonio Cicia, assieme ai referenti di 20 istituti associati che gestiscono centri socio educativi.

Al Tavolo le proposte degli enti Uneba

“In questo primo incontro – spiega Pirillo – abbiamo ascoltato con interesse le ipotesi di riforma presentate dall’assessore al sociale del Comune di Napoli Sergio D’Angelo e dai dirigenti Alessandro Cappuccio, responsabile delle politiche per i minori, e Gianni Attademo, referente per il coordinamento delle attività sociali territoriali.

Ora stiamo raccogliendo le proposte e i contributi degli enti associati sul tema di possibili novità per i centri socio educativi. Ne trarremo una sintesi unica da condividere con gli enti e poi portare al tavolo con il Comune”.

Alcuni dei temi più rilevanti da portare all’attenzione di D’Angelo:

  • maggiore apertura all’esterno delle scuole dei centri socio educativi, in modo che non accolgano solo i bambini e ragazzi delle situazioni più problematiche
  • riconoscimento del valore dei servizi educativi, fondamentali quanto quelli scolastici
  • garanzia di continuità del servizio e di stabilità economica agli enti
  • garanzia di continuità del servizio ai bambini per un intero ciclo scolastico: che senso ha che trascorra un anno scolastico seguito da un centro e l’anno successivo lo abbandoni?
  • sostegno ai servizi di trasporto e pranzo offerti dai centri: senza trasporto molti bambini neppure frequenterebbero la scuola, e il pranzo oltre a insegnare l’alimentazione corretta ha anche un grande valore socializzante
  • chiara definizione di mesi di apertura e orari giornalieri richiesti ai centri, oltre che dei requisiti di ammissione dei ragazzi

Nel comune interesse dei minori

I presupposti per un dialogo fruttuoso con il Comune, comunque, ci sono.

“Condividiamo –continua Pirillo – alcune delle premesse fatte dall’assessore D’Angelo. In particolare sulla possibilità di accrescere le sinergie tra i centri socio educativi e con gli altri servizi sociali in un’ottica di rete. L’assessore ha poi sottolineato il ruolo centrale che la famiglia del ragazzo deve ricoprire e l’importanza della diffusione di progetti educativi individuali. E questi sono impegni che i nostri centri portano avanti già da tempo, anche nel confronto quotidiano con gli assistenti sociali”.

Testimonianza dello spirito di collaborazione di Uneba Napoli è anche il convegno in programma per marzo, che sarà realizzato assieme all’Università di Napoli ma con il sostegno dello stesso Comune oltre che con l’Ordine degli assistenti sociali.

L’irrisolto problema del debito del Comune verso gli enti

Ma come avviare un dialogo ed ipotizzare riforme dei centri socio educativi mentre questi ultimi barcollano sotto il peso di debiti causati dall’inadempienza del Comune? Oltretutto, questo mancato saldo ha causato la chiusura di ben 8 strutture tra 2011 e 2012.

“E’ difficile pensare di avviare un rinnovamento senza prima mettere la parola fine sul pregresso – dice Pirillo – Per questo Uneba continua a sollecitare il sindaco Luigi De Magistris e l’assessore D’Angelo, che sappiamo sensibile alle politiche sociali. Non chiediamo una soluzione da oggi a domani, ma almeno di avviare un piano di azzeramento del debito. Per dare una prospettiva ai centri e alle 1500 persone che vi lavorano.

Impegno educativo a 360 gradi

Nella Napoli odierna le strutture Uneba svolgono un ruolo che va oltre l’aspetto educativo, e si estende ad una promozione del benessere a tutto tondo. Ci si prende cura dello stato di salute di bambini e ragazzi spesso lasciati completamente a se stessi.

Per gli operatori, laici e religiosi, si tratta di un impegno che va oltre la dimensione professionale e si estende oltre i limiti dell’orario di lavoro da contratto.

Perché al primo posto vanno i bambini e ragazzi.

Ed è per senso di responsabilità e per non lasciare questi bambini e ragazzi per strada che gli enti hanno accettato di sopportare gli enormi disagi dovuti ai mancati pagamenti da parte del Comune.

Il venir meno ai propri impegni da parte del Comune ha costretto gli enti a fare debiti, esporsi verso le banche e vivere nell’incertezza per il futuro. Un peso che in qualche caso si è fatto troppo grande: sono ben 8 i centri socio educativi che tra 2011 e 2012 hanno cessato l’attività, a tutto danno dei minori accolti. E altri 10 potrebbero chiudere nei prossimi mesi.

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