Quanto stanziato dalla giunta regionale della Toscana è del tutto inadeguato rispetto all’aumento dei costi effettivi sostenuti dalle RSA: non servirà, perciò, a scongiurare l’aumento della quota sociale a carico delle famiglie o, dove non si può intervenire sulle tariffe, al collasso del Sistema.
Lo evidenzia il Comitato Gestori Rsa Private della Toscana, di cui fa parte anche Uneba Toscana, nel comunicato stampa del 6 febbraio, assieme alla Centrali Cooperative – Settore Sociale..
La delibera 52/2023 della Regione Toscana prevede un aumento della quota sanitaria delle Rsa di 68 centesimi al giorno; la delibera 53/2023 prevede per il primo semestre 2023 ristori pari a 2,50 euro al giorno.
La delibera 52 afferma tra l’altro di “ritenere non più applicabile l’adeguamento tariffario della quota sanitaria delle RSA tramite l’incremento programmato annuale del costo della vita previsto, accertato dall’Istat”.
“Le Centrali Cooperative-Settore Sociale ed i gestori privati, qualora non venissero ascoltati, – si legge nel comunicato stampa – programmeranno azioni a loro tutela e valuteranno ulteriori iniziative di sensibilizzazione sulla gravità della situazione del settore RSA in Toscana, divenuta insostenibile con il rischio di dure ripercussioni sulle necessità degli anziani bisognosi di assistenza qualificata, sulle famiglie spesso chiamate a sostenere rincari importanti oppure a rinunciare a servizi indispensabili, e sui lavoratori del comparto.
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