L’Unicef ha presentato venerdì 3 dicembre a Roma il rapporto “Bambini e adolescenti ai margini”.
Il rapporto classifica, per la prima volta, 24 paesi dell’Ocse (22 paesi europei più Stati Uniti e Canada) sulla base dei livelli di disuguaglianza per salute, benessere materiale e istruzione dell’infanzia.
In pratica il rapporto vuole rispondere a questa domanda: “Fino a che punto le nazioni ricche tollerano che i loro bambini più svantaggiati rimangano indietro e ai margini del benessere della società?”
Risulta che l’Italia assieme a Grecia e Stati Uniti è tra i paesi che lascia più ai margini i bambini svantaggiati, cioè con i più ampi livelli di disuguaglianza, in particolare per quanto riguarda gli indicatori sulla salute.
Minori sono le disuguaglianze in paesi come Danimarca, Finlandia, Irlanda, Svizzera e Paesi Bassi.
In particolare, l’Italia si trova al quinto posto (su 24) per disuguaglianze nel benessere materiale (cioè il divario tra i bambini che stanno bene e quelli che stanno peggio è ben più ampio che in altre parole), al quarto nel benessere relativo all’istruzione, al secondo nel benessere relativo alla salute.
“Il rapporto – si legge nel comunicato stampa di presentazione – mette in risalto gli Stati che stanno utilizzando in modo più efficace gli assegni familiari e le esenzioni fiscali per colmare il divario in termini di disuguaglianza e di povertà nei redditi tra i bambini: questo è un chiaro esempio di come la disuguaglianza nella parte più svantaggiata della distribuzione sia sensibile alle politiche adottate”.
E ancora: “Centinaia di studi effettuati in diversi paesi dell’Ocse hanno dimostrato che tra i costi della negligenza verso bambini e adolescenti svantaggiati figurano una maggiore probabilità di ricevere un’alimentazione inadeguata, dei risultati scolastici peggiori, lo stress cronico e una compromissione dello sviluppo”.
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