“Al cuore della democrazia”, questo il tema della 50’ Settimana Sociale dei Cattolici in Italia svoltasi a Trieste dal 3 al 7 luglio 2024. Non sono mancati gli interventi e i confronti anche sulla salute, diritto fondamentale che può ben dirsi “al cuore della democrazia”.
Come emerso dal discorso del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha inaugurato la Settimana sociale, la democrazia va colta anzitutto nel suo aspetto sostanziale, ossia dell’esercizio della sovranità del popolo non solo al momento elettorale ma anzitutto nell’impegno di partecipazione di tutti orientato al bene comune, con al centro la persona, la sua dignità, i suoi diritti inviolabili, in primis quello della salute, che nessuna maggioranza elettorale può calpestare.
Nelle tante “piazze di democrazia” organizzate durante la Settimana sociale e a cui ho partecipato, una si è svolta il 4 luglio in Piazza Ponterosso proprio sul tema: “Salute: curare i diritti di tutti”. Il dibattito ha visto la presenza di Silvio Brusaferri, già presidente dell’Istituto Superiore della Sanità, Silvia Landra, psichiatra, impegnata nel mondo carcerario: Gilberto Turati, economista dell’Università cattolica. Presente nella piazza anche il Presidente della CEI, Mons. Matteo Zuppi, e don Massimo Angelelli, Direttore nazionale dell’Ufficio nazionale per la pastorale della salute, che sulla Settimana sociale era intervenuto con un forte intervento sullo stato del sistema sanitario.
“Parlare di salute in una piazza è come restituire ai cittadini stessi qualcosa che appartiene loro” ha esordito Silvia Landra, essendo la salute questione esistenziale, chiama in causa tutti, tutti i giorni. Attorno al tema salute “è possibile, necessario, trovare punti di riferimento collettivi”. Netta è stata la difesa del principio di solidarietà e della copertura universale del Servizio Sanitario Nazionale, che non va smantellato. Il SSN deve essere riorganizzato nella sostenibilità ma senza abdicare alla garanzia dei livelli essenziali di assistenza nell’attenzione ai nuovi bisogni e sfide (la cronicità, le diverse fragilità, la necessità di un’assistenza e medicina territoriale attenta alle persone più vulnerabili). Entrano in gioco la riflessione sulla sanità pubblica, nel giusto rapporto con la sanità privata, con la proposta finale di un “tavolo in cui pubblico e privato possano lavorare insieme” per il bene della salute delle person;, e il tema del finanziamento pubblico del SSN, evitando di scivolare di fatto in un sistema, come quello americano, dove la salute è un diritto se sei assicurato e hai di che pagare.
E’ emersa, soprattutto dal pubblico in piazza, una allarmata preoccupazione circa l’attuazione dell’autonomia differenziata, che rischia di far saltare il SSN e la copertura universale del servizio, creando una “frattura strutturale” Nord-Sud che compromette qualità dei servizi sanitari, equità di accesso, esiti di salute e aspettativa di vita alla nascita, alimentando il fenomeno della mobilità sanitaria verso le Regioni del nord.
L’incontro con il Papa Francesco ha dato un nuovo slancio all’impegno dei cattolici per risanare una democrazia malata, con lo “scandalo della fede”, “una fede che sveglia le coscienze dal torpore, che mette il dito nelle piaghe della società, che suscita domande sul futuro dell’uomo e della storia; è una fede inquieta, che ci aiuta a vincere la mediocrità e l’accidia del cuore, che diventa una spina nella carne di una società spesso anestetizzata e stordita dal consumismo”.
Tanti i fedeli presenti in Piazza Unità d’Italia per la messa, dove si faceva notare lo striscione della Casa di riposo Livia Ieralla, associato Uneba, segno della presenza anche del mondo delle Rsa e di Uneba nell’accettare il monito del Papa e il messaggio emerso dalla Settimana sociale a essere, anche nell’impegno della cura, persone che risanano il cuore ferito della democrazia, nella fraternità e nel prendersi cura gli uni degli altri.
Come ci ha ricordato il Presidente della Repubblica, “al cuore della democrazia ci sono le persone, le relazioni e le comunità a cui esse danno vita, le espressioni civili, sociali, economiche che sono frutto della loro libertà, delle loro aspirazioni, della loro umanità: questo è il cardine della nostra Costituzione. Questa chiave di volta della democrazia opera e sostiene la crescita di un Paese, compreso il funzionamento delle sue istituzioni, se al di là delle idee e degli interessi molteplici c’è la percezione di un modo di stare insieme e di un bene comune”
Alberto V. Fedeli, componente della Commissione Giuridica Uneba, partecipante alla 50′ Settimana Sociale dei cattolici