Se all’ente chiedono di fornire dati sui casi di contagio Covid19 tra ospiti e dipendenti, l’ente è obbligato a fornirli?
Sul tema si è espresso il Garante Privacy con il parere 155 del 3 settembre 2020
Un giornalista che aveva chiesto alla Regione Valle d’Aosta “la distribuzione dei casi di Covid-19 registrati in regione, suddivisi per comune, sesso, età, esito (guariti, deceduti, casi attivi), domicilio (al proprio domicilio oppure casa di riposo / microcomunità / RSA), data delle diagnosi di infezione, numero ed esiti dei tamponi eseguiti per paziente”.
La Regione aveva fornito al giornalista solo alcuni dati, ed in forma aggregata.
Il Garante ha approvato la scelta della Regione, in nome della tutela dei dati relativi allo stato di salute. Inoltre, come la stessa Regione ha evidenziato, malgrado i dati non includessero nome e cognome delle persone, “L’esiguità demografica che caratterizza molti comuni della Valle d’Aosta (per non parlare delle Residenze Sanitarie Assistenziali) fa sì che dall’incrocio dei dati in oggetto con informazioni verbali facilmente acquisibili in loco sia possibile, almeno in taluni casi, risalire all’identità dei soggetti coinvolti e, conseguentemente, al loro stato di salute”.
L’approfondimento del servizio Sail di Uneba, che trovate nella parte riservata del sito, sezione Quesiti, tipo quesito Privacy analizza l’intervento del Garante e la possibile estensione a “richieste da parte di terzi relative alla situazione occupazionale dalla forza lavoro”.
No comment yet, add your voice below!