Nella sua ultima seduta, lunedì 10 ottobre, il governo Draghi ha approvato il disegno di legge “Deleghe al Governo in materia di politiche in favore delle persone anziane“, anche in attuazione della missione 5, componente 2, riforma 2, del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)

Disegno di legge delega riforma della non autosufficienza – Il testo

Nel suo intervento al convegno Uneba di Pesaro mons.Vincenzo Paglia, presidente della Commissione per la riforma dell’assistenza, aveva presentato nel dettaglio il disegno di legge (guarda l’intervento di mons.Paglia), che riprende, anche se non per intero, quanto proposto dalla sua Commissione.

Un’ampia sintesi del disegno di legge di riforma della non autosufficienza è anche qui.

Il disegno di legge prende elementi anche dalla proposta di “Sistema nazionale assistenza anziani” del Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza, di cui fa parte anche Uneba. Qui il commento al disegno di legge delega di Cristiano Gori, coordinatore del Patto.

“Nell’elaborazione della Riforma della non autosufficienza – ha detto il presidente Uneba Franco Massi in apertura del convegno di Pesaro– saremo in prima linea, assieme ad Aris, a dare voce al non profit”.

L’iter del disegno di legge delega

Il Governo ha solo approvato un disegno di legge.

Camera e Senato del nuovo Parlamento, attraverso le Commissioni parlamentari, esamineranno questo disegno di legge. Camera e Senato potranno approvarlo così com’è, oppure abbandonarlo, oppure modificarlo e poi approvarlo.

Quando (e se) Camera e Senato avranno approvato il disegno di legge, avremo una legge delega. Una legge, cioè, che delega il Governo a intervenire con i provvedimenti necessari per attuare la Riforma Non Autosufficienza. La legge delega pero’ stabilisce su quali temi il Governo può legiferare, seguendo quali principi e criteri direttivi, ed entro che scadenza.  Il Governo potrà allora, nel rispetto dei vincoli della legge delega, emanare dei decreti legislativi per attuare la Riforma Non Autosufficienza. A cui, ragionevolmente, seguiranno anche dei decreti ministeriali.

Si tratta dello stesso percorso seguito dalla Riforma del Terzo Settore.