La Commissione Affari Sociali della Camera ha concluso l’esame della Riforma del Terzo Settore, approvando la sua proposta finale di testo.
- Testo approvato dalla Commissione del ddl “Delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale” a confronto con il testo iniziale.
- Iter parlamentare della discussione
Il testo, spiega Vita, “nei prossimi giorni sarà trasmesso alle altre commissioni della Camera competenti (Giustizia, Affari costituzionali, Finanza, Bilancio e Lavoro) le quali dovranno esprimere parere favorevole oppure un via libera condizionato. Spetterà alla Affari Sociali, poi, vagliare queste indicazioni per poi redarre il testo della delega da portare in aula alla Camera. Il voto sarà calendarizzato dopo Pasqua”.
La Commissione ha introdotto delle modifiche rispetto al testo approvato dal Governo e di cui era relatrice Donata Lenzi del Pd.
Se alla conclusione dell’iter la Camera approverà il testo, si passerà al Senato per l’ulteriore necessaria approvazione prima che diventi legge. In ogni caso si tratta di una legge delega: si stabiliscono cioè solo i principi generali, e toccherà poi al Governo, con suoi decreti legislativi, entro un anno dall’approvazione della legge, fissare le regole nel dettaglio. Solo allora cominceranno a vedersi le conseguenze della Riforma sulla vita quotidiana degli enti non profit.
Secondo il sottosegretario al welfare Bobba,il testo uscito dalla Commissione “definisce finalmente il perimetro degli enti del Terzo settore superando il regime concesso”, introduce Codice unico per gli enti non profit e Registro unico del Terzo Settore, amplia i compiti dei Csv a tutto il non profit.
Dopo aver dedicato al tema della Riforma il suo convegno a Firenze del 22 novembre 2014, Uneba aveva presentato una serie di osservazioni sul testo di riforma proprio alla Commissione.
1 Comment
come faranno i CSV, a risorse dimezzate da parte delle Fondazioni bancarie, a reggere una moltiplicazione del lavoro a tutto il TS? Quantomeno il loro intervento dovrebbe “limitarsi” alle problematiche del volontariato (che non è solo nelle ODV, ma anche in misura non indifferente nelle APS, COOP, ONG ecc.) perchè se devono farsi carico di assistenza e consulenza anche per le imprese sociali ci vuol ben altro ! anche in termini di competenze!