La figura dell’assistente infermiere e la sua responsabilità: questo il tema della relazione di Francesco Facci, presidente Uneba Veneto, al convegno del CIASS al Forum Non Autosufficienza di Bologna 2024.
Eccone una sintesi.
Quando è nata la figura dell’assistente infermiere?
E’ l’Accordo approvato in Conferenza Stato Regioni il 3 ottobre 2024 ad approvare il nuovo profilo dell’assistente infermiere
Ma ci si richiama ad una figura già prevista, l’operatore sociosanitario con formazione complementare in assistenza sanitaria approvato con l’Accordo della Conferenza Stato Regioni del 16 gennaio 2003.
Quali necessità hanno portato a istituire la figura dell’assistente infermiere?
Come si spiega nel nuovo profilo,le necessità sono:
• esigenze assistenziali diventate più complesse
• introduzione di nuove tecnologie in ambito sanitario: serve una maggiore preparazione degli operatori
• crescente necessità di integrare le cure sanitarie e sociali, richiedendo figure in grado di operare in un contesto multidisciplinare
• carenza di personale infermieristico
Qual è la responsabilità professionale degli assistenti infermieri?
I decreti attuativi della legge Gelli stabiliscono che come tutti gli operatori sanitari, anche gli assistenti infermieri rispondono delle proprie azioni.
La legge definisce con chiarezza le loro responsabilità, sottolineando l’importanza di seguire le linee guida e le buone pratiche.
Assicurazione: obbligatoria una copertura assicurativa per rispondere a eventuali danni causati ai pazienti.
Collaborazione con gli altri professionisti: la legge promuove un lavoro di squadra e una collaborazione stretta tra tutti i professionisti sanitari, compreso l’assistente infermieristico.
Formazione continua: è fondamentale che gli assistenti infermieri si aggiornino costantemente
Qual é la differenza di responsabilità tra assistente infermiere e infermiere?
L’infermiere può pianificare e gestire tutta l’assistenza infermieristica (il processo), anche con la valutazione dello stato di salute, la somministrazione di terapie complesse e l’ educazione sanitaria mentre l’assistente infermiere esegue una assistenza diretta al paziente (il singolo atto)
L’assistente infermiere può, ad esempio, supportare l’infermiere in attività sanitarie quali:
• valutare l’attività elettrica del cuore per individuare eventuali anomalie o condizioni critiche
• somministrare l’ossigeno tramite cannule nasali o maschere facciali
• garantire l’ossigenazione in assistiti con difficoltà respiratorie, con l’uso appropriato di dispositivi
• misurare glicemia, emogasanalisi o altri parametri ematici con test da prelievo capillare
• utilizzare dispositivi POCT (Point Of Care Testing)
• eseguire test diagnostici rapidi per valutazioni cliniche immediate, come il monitoraggio di glicemia o altri valori ematici;
• somministrare nutrizione enterale in caso di stabilizzazione clinica
• garantire l’apporto nutrizionale necessario tramite sondino enterale quando il paziente è clinicamente stabile
• effettuare aspirazione delle secrezioni oro-faringee e naso-faringee
• rimuovere secrezioni per mantenere libere le vie respiratorie, anche nei pazienti con tracheostomia stabilizzata
“La nuova figura dell’assistente infermiere risolverà il problema del personale di assistenza?” era il titolo della relazione affidata a Facci. La sua risposta, in sintesi: la figura dell’assistente infermiere può contribuire a risolvere il problema della carenza di personale di assistenza, ma a condizione di essere gestita correttamente.