Mercoledì 21 luglio è stato presentato dal Ministro del lavoro Maurizio Sacconi e dal Ministro della salute Ferruccio Fazio il “Rapporto 2010 sulla non autosufficienza in Italia”.
Il Rapporto fotografa il fenomeno della non autosufficienza e delle politiche per la non autosufficienza in Italia e nel resto d’Europa.
I commenti del ministro Sacconi: sì ai fondi integrativi, no al modello calabrese
Di fronte a una situazione di elevata e crescente spesa per la non autosufficienza e ai forti squilibri tra i servizi offerti dalle Regioni, “possono avere un ruolo importante – ha detto il ministro Sacconi- i fondi integrativi sanitari e socio-sanitari, che dovrebbero essere visti come una risorsa in grado di supportare il Servizio Sanitario Nazionale e di garantire ai cittadini il diritto e la responsabilità di scelta delle prestazioni nonché una efficace ed efficiente gestione delle loro risorse”.
Così Sacconi sul tema delle differenze tra le diverse parti d’Italia: “incontrando gli assessori regionali ho detto che assegnare i fondi a prescindere dal modello socio-sanitario significa non incoraggiare l’evoluzione dei modelli arretrati. Oggi mettere i soldi sul modello calabrese non dà resa, le risorse aggiuntive devono essere un volano nella giusta direzione, devono essere condizionate allo sviluppo dei servizi territoriali. C’è un’Italia che continua a chiedere soldi senza chiudere gli ospedali marginali che sono pericoli pubblici. Chiudendo questi ospedali si liberano risorse. E non sono teorie – ha sottolineato – ma buone pratiche applicate da alcune regioni”.
Le buone pratiche
Tra gli esempi virtuosi nel settore della non autosufficienza il Rapporto porta il caso della Ulss 7 di Pieve di Soligo in provincia di Treviso dove in 15 anni i posti letto per acuti e riabilitazione sono diminuiti tanto quanto sono aumentati quelli di residenzialità extraospedaliera, pubblica o privata. Il Rapporto cita pure come soluzione innovativa il “distretto di cittadinanza” dell’associato Uneba Veneto Fondazione Opera Immacolata Concezione di Padova.
I dati sulla non autosufficienza in Italia
Le persone non autosufficienti in Italia sono 2,6 milioni, di cui 2 milioni anziani.
Sono non autosufficienti il 9.7% della popolazione 70-74 anni, il 17,8% della fascia 75-79 anni, il 44,5% di chi ha più di 80 anni.
Sono non autosufficienti il 6,6% delle donne e il 3,1% degli uomini.
La non autosufficienza è più diffusa nell’Italia del Sud (5,2%) e nelle isole (5,7%), al Nord supera di poco il 4%, nonostante quest’ultimo abbia tassi di invecchiamento della popolazione più elevati.
Nel 2007 la spesa pubblica per l’assistenza continuativa a persone non autosufficienti è stata di 17,3 miliardi di euro, pari all’1,13% del Pil. Con l’invecchiamento progressivo della popolazione, questa somma è destinata ad aumentare.
Si stima che un quarto della spesa sanitaria e socio- sanitaria-assistenziale sia legata alla cronicità e alla non autosufficienza.
Le Regioni
Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna prendono in carico, in rapporto alla popolazione, il triplo degli anziani non autosufficienti rispetto a Calabria, Campania e Sicilia.
Scrive il Rapporto: “nelle regioni (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia) ove vi è stato un lungo processo di riorganizzazione ospedaliera e di drastica riduzione di offerta di posti letto per acuti, sono cresciuti in parallelo i servizi di assistenza territoriale a favore degli anziani non autosufficienti e delle persone con disabilità; nelle regioni (come Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, Lazio) in cui c’è un eccesso di presidi ospedalieri e posti letto per acuti (con disavanzi economici pesantissimi) i servizi territoriali, in primis quelli per gli anziani, sono rimasti ‘anchilosati’ e altresì con livello qualitativamente basso”.
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