Perché si rinuncia al posto in Rsa? Perché quando si libera un posto spesso gli enti devono contattare molte famiglie in lista d’attesa prima di trovare chi accetti? E’ solo a causa dei costi delle rette?
Il sito Lombardia Sociale prova a dare alcune risposte, anche se le testimonianze raccolte da enti, famiglie ed esperti sono troppo poche per dare all’indagine valore scientifico. Tuttavia, ecco alcuni spunti.
Perché si rinuncia al posto in Rsa?
- rinunce solo apparenti: quando si è presentata la domanda in più rsa contemporaneamente, o quando si rinuncia a quella preferita per una meno gradita, o meno vicina, ma più economica (con lo stesso livello di servizi?)
- Per un ritorno all’accudimento domiciliare con famigliari, badanti, servizi (ma davvero l’anziano non autosufficiente ha sempre qualcuno che lo segue, o resta solo?)
- Per senso di colpa dei famigliari che non vogliono sradicare l’anziano dal suo contesto (anche se l’assistenza domiciliare ha un alto costo psicofisico per il caregiver)
- per miglioramento delle condizioni dell’interessato o perché si riesce ad organizzare l’assistenza a casa: la domanda in Rsa era stata presentata a scopo “cautelativo”
“Il tema che emerge con maggior chiarezza – scrive Lombardia Sociale – non è tanto quello della rinuncia al posto in Rsa (che pure esiste), quanto la tendenza a posticipare il più possibile il ricovero”. La Rsa diventa un’”ultima spiaggia” e non la soluzione più tutelante dal punto di vista assistenziale
“Il consolidarsi del ricorso alle strutture residenziali il più tardi possibile (e soprattutto per chi ha gravi problemi sanitari) contribuisce a connotarle in misura crescente come luoghi di accompagnamento al fine vita anziché come posti per l’accoglienza di persone diventate anziane. Anche per questo motivo, l’ingresso in Rsa avviene con maggiore fatica psicologica”.
No comment yet, add your voice below!