E’ dedicato anche agli anziani fragili l’ultimo scritto di Papa Francesco, pubblicato postumo. Si tratta della prefazione al testo del cardinale Angelo Scola, arcivescovo emerito di Milano, “Nell’attesa di un nuovo inizio. Riflessioni sulla vecchiaia”.
“Sì – scrive Papa Francesco nella prefazione – non dobbiamo aver paura della vecchiaia, non dobbiamo temere di abbracciare il diventare vecchi, perché la vita è la vita ed edulcorare la realtà significa tradire la verità delle cose. (…) Perché dire ‘vecchio’ non vuol dire ‘da buttare’, come talvolta una degradata cultura dello scarto porta a pensare. Dire vecchio, invece, significa dire esperienza, saggezza, sapienza, discernimento, ponderatezza, ascolto, lentezza… Valori di cui abbiamo estremamente bisogno!”
“Dentro la frenesia delle nostre società, spesso votate all’effimero e al gusto malsano dell’apparire, la sapienza dei nonni diventa un faro che brilla, rischiara l’incertezza e dà la direzione ai nipoti che possono trarre dalla loro esperienza un ‘di più’ rispetto al proprio vivere quotidiano”.
Nel Rogito per il Pio Transito, documento ufficiale che sintetizza la sua vita ed il suo ministero, si riferisce ai posteri che Papa Francesco fu “sempre attento agli ultimi e agli scartati dalla società” e “sin dal primo Giovedì Santo volle celebrare la Messa in Cena Domini fuori dal Vaticano, recandosi ogni volta nelle carceri, in centri di accoglienza per i disabili o tossicodipendenti”. Inoltre, si aggiunge più sotto, che “il suo amore per gli ultimi, gli anziani e i piccoli lo spinse ad iniziare le Giornate Mondiali dei Poveri, dei Nonni e dei Bambini”.
In molte occasioni, nei suoi 12 anni di papato, Francesco ha rivolto la sua attenzione agli anziani. A seguire alcuni esempi.
Nella foto di questo articolo: Papa Francesco durante la visita a sorpresa in una casa per anziani in Belgio, foto da Vatican News