1 milione di persone  in Italia si è spostata nel 2018 per usufruire di prestazioni sanitarie al di fuori della propria Regione.

Lombardia ed Emilia Romagna da sole coprono circa il 40% della mobilità attiva.

Lazio e Campania assieme coprono il 23% della mobilità passiva.

I dati riflettono quanto una sanità regionale è “attrattiva” o considerata degna di fiducia dai cittadini, ma sono anche influenzati dalle dimensioni delle Regioni, e le 4 citate sono tra le 6 più popolose d’Italia.

  • 97% saldo attivo confluisce in Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto, Toscana
  • 84% saldo passivo pesa su Campania, Calabria, Lazio, Sicilia, Puglia, Abruzzo

– Nel 2018 il valore della mobilità sanitaria ammonta a 4,6 miliardi, quasi tutti da Sud verso Nord

Sono alcuni dei dati del Report sulla mobilità sanitaria 2018 del Gimbe.

Scarica il Report Osservatorio Gimbe 2/2020 “La mobilità sanitaria interregionale 2018”

 


CHE COS’E’ LA MOBILITA’ SANITARIA REGIONALE

La mobilità sanitaria è, per i cittadini, il diritto di essere assistiti anche in strutture sanitarie di altre Regioni
Mobilità attiva: quando una Regione fornisce prestazioni sanitarie a cittadini non residenti
Mobilità passiva: esprime l’indice di fuga da una Regione, sono le prestazioni sanitarie erogate ai cittadini di una Regione, al di fuori della loro Regione di residenza.

La mobilità attiva rappresenta per le Regioni una voce di credito, mentre quella passiva una voce di debito; ogni anno la Regione che eroga la prestazione viene rimborsata da quella di residenza del cittadino.

(spiegazione tratta dal Rapporto Gimbe)