Il 30 giugno 2024 è scaduta l’ordinanza del Ministero della Salute che fissava l’obbligo “ai lavoratori, agli utenti e ai visitatori (…) delle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali” di indossare la mascherina.
Con la circolare del 1 luglio 2024 il Ministero della Salute dà solo delle “Raccomandazioni” (quindi non vincolanti) “sull’utilizzo dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie nelle strutture sanitarie per la protezione dalle infezioni virali acute”.
“Si raccomanda ai Direttori Sanitari – si legge nella circolare- (…) di valutare l’opportunità di disporre l’uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie nei propri contesti, tenendo conto della diffusione dei virus a trasmissione aerea, delle caratteristiche degli ambienti nonché della tipologia di pazienti, lavoratori o visitatori che li frequentano, in funzione del livello di rischio di infezione e/o trasmissione (ad esempio in presenza di sintomatologia respiratoria o in considerazione della stagionalità) e del potenziale di sviluppo di malattia grave in caso di esposizione.
Per quanto riguarda il personale, i Direttori Sanitari metteranno in campo ogni misura relativa alla tutela della loro salute”.
Nelle sue Linee Guida, la Regione Lombardia evidenzia tra le buone pratiche e raccomandazioni l’uso delle mascherine in queste situazioni:
- gli operatori delle strutture sanitarie e sociosanitarie, comprese le visite domiciliari (es. C-Dom, UCP-Dom, RSA Aperta, ecc.), nei momenti di assistenza ai pazienti anziani e fragili (immunodepressi)
- sempre in ogni caso per tutti i pazienti di strutture sanitarie e sociosanitarie in caso di sintomi o di sospetto di malattia infettiva diffusibile
- per i visitatori nelle stanze di residenza delle strutture sociosanitarie nei casi di grave fragilità dell’ospite residente
Per quanto riguarda le visite alle strutture sociosanitarie, le Linee guida della Regione Lombardia ricorda che per orari delle visite e numero dei visitatori si fa riferimento a quanto previsto dai requisiti di esercizio o di accreditamento, ma “resta in capo al Direttore Sanitario o medico responsabile, ove previsto, la possibilità di regolamentare il flusso dei visitatori in situazioni particolari e motivate, comunicate alla ATS di competenza”, e , a specifiche condizioni, “resta, in deroga, la possibilità di destinare una o
più camere singole all’isolamento dei pazienti in caso di necessità”. Sul tema, intervista del Corriere della Sera al presidente di Uneba Lombardia Luca Degani.