(contributo a cura dell’ Ufficio Progetti Strategici e Ricerca di Fondazione Sacra Famiglia)
Il 13 e 14 settembre si è tenuto a Praga il primo congresso europeo dal titolo “C’è un futuro per l’assistenza a lungo termine in Europa? Cosa possiamo imparare gli uni dagli altri?” organizzato da EAN (European Ageing Network) rete nata dalla collaborazione tra due tra le principali organizzazioni che si occupano di assistenza a lungo termine agli anziani: EDE (European Association for Directors and Providers of Long Term Care Services for the Elderly) e EAHSA (European Association of Homes and Services for Ageing).
Perché è così importante questa iniziativa?
La risposta sta nel crescente fenomeno europeo legato all’invecchiamento della popolazione e della correlata non-autosufficienza che rendono necessaria una riflessione sul futuro dell’assistenza a lungo termine (LTC).
La Long Term Care – intesa come ogni forma di assistenza fornita a persone non autosufficienti lungo un periodo di tempo esteso – è infatti un sistema integrato (sanitario, sociale, legato alla famiglia…) che si è sviluppato in forme diverse nei diversi paesi dell’Unione Europea delineando sistemi divergenti.
Le differenze riguardano vari aspetti tra cui i meccanismi di finanziamento e i modelli di welfare, le politiche per l’impiego, i percorsi di carriera dei migranti nelle attività di cura, la crisi del mercato del lavoro, lo sviluppo tecnologico e il sistema di governance su più livelli.
Nonostante le differenze molte però rimangono le tematiche comuni che meritano di essere affrontate su tavoli comuni tra cui: a) la progettazione e processi decisionali condivisi; b) la partnership tra professionisti e strutture diverse; c) la promozione del lavoro congiunto tra caregivers formali e informali; d) la definizione dei ruoli professionali; e) l’organizzazione di formazione congiunta e di apprendimento; f) la condivisione di buone pratiche.
Occorre dunque un nuovo approccio da parte dei vari governi rispetto alla LTC che implica passare da un sistema di Welfare State basato sul controllo centrale dell’erogazione dei servizi, attento alle norme e ai protocolli a un ecosistema di creazione del valore che metta al centro le persone, con loro bisogni, la vitalità, la capacità di resilienza e il desiderio di benessere.
Per fare tutto ciò è indispensabile creare – tra i vari paesi dell’UE – reti di collaborazione forti che permettano una conoscenza reciproca delle esperienze dei vari contesti e l’identificazione di buone pratiche per poter definire un sistema che possa dare risposte chiare e di qualità al crescente bisogno di cura della popolazione anziana.
A tal proposito vengono definiti gli obiettivi chiari da raggiungere entro il 2030 quali:
- superare la carenza di personale
- aumentare la sostenibilità finanziaria
- passare da un sistema basato sulla cura a uno incentrato sulla prevenzione e l’inclusione
- costruire servizi che mettano al centro non solo la qualità dell’assistenza ma la qualità della vita in generale
- progettare spazi sempre meno istituzionalizzati ma sempre più casa dove le famiglie siano attori partecipi delle scelte in stretta collaborazione con i professionisti
- passare da un approccio prevalentemente sanitario ad un approccio anche sociale e molto più centrato sulla qualità di servizio
- implementare sistemi di cura che utilizzino la tecnologia rendendola accessibile a tutti.
A questo importante appuntamento non è mancata la presenza dell’Italia e di Uneba: Luca Degani – presidente di Uneba Lombardia – è stato invitato a parlare del modello italiano e realtà come Fondazione Sacra famiglia hanno partecipato ai tavoli di lavoro.
Qui tutte le slide dei relatori alla conferenza dello European Ageing Network
Tra i relatori anche Elena Weber, relatore al convegno Uneba nazionale di Milano sull’assistenza domiciliare con un intervento sugli standard europei di assistenza agli anziani
Al confronto tra esperienze internazionali è dedicato anche il nuovo impegno di Carlo Borghetti, consigliere di Uneba Lombardia, eletto presidente del Gruppo Calre sulle politiche socio-sanitarie nell’Ue
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