Uneba Lombardia e le altre associazioni di categoria degli enti gestori dicono un chiaro no all’idea di inserire pazienti contagiati da COVID 19 e a bassa intensità assistenziale in RSA, cioè in una situazione di potenziale contatto con gli anziani non autosufficienti.
Sarebbe come mettere un cerino in pagliaio.
Inoltre, segnalano l’assoluta carenza di mascherine e altri dispositivi di protezione individuale.
Sono questi i temi della lettera inviata il 16 marzo dal presidente di Uneba Lombardia Luca Degani e dai presidenti per la Lombardia di AGESPI -ANASTE -ARLEA – ANFFAS – ACI Welfare all’assessore al welfare della Lombardia Giulio Gallera e al direttore generale dell’assessorato al welfare Luigi Cajazzo.
Ecco qui di seguito il testo della lettera
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Milano, 16 marzo 2020
Alla cortese attenzione Avv. to Giulio Gallera
Assessore Welfare Regione Lombardia
Alla cortese attenzione Dottor Luigi Cajazzo
Direttore Generale Assessorato Welfare
Gentilissimo Assessore e gentilissimo Direttore Generale,
La presente da parte di tutte le organizzazioni rappresentative dei Servizi per Anziani, Disabili, Minori, per esprimervi la nostra difficoltà fondamentalmente su due principali elementi.
– Persiste una assoluta carenza di DPI, in particolar modo di mascherine, che sta ponendo la gestione dei servizi per le categorie più a rischio, soprattutto per quello che concerne la popolazione anziana, in una situazione di indifferibile necessità di attivazione di modalità di reperimento che vedano Regione supportare le scriventi organizzazioni.
– Necessita sospendere una sicuramente errata lettura, da parte di alcune ATS sul territorio lombardo , della DGR 2906. Non crediamo infatti che possa essere possibile la volontà del vostro Assessorato di inserire pazienti COVID a bassa intensità assistenziale in nuclei di RSA occupandone un posto letto in una situazione di potenziale contatto con gli anziani non autosufficienti ivi ospitati. Una scelta di questo genere sarebbe assolutamente contraria a qualsiasi forma di tutela sanitaria per una popolazione significativamente anziana (mediamente ultra ottantacinquenne) che, laddove si trovasse in una situazione di contagio, sarebbe esposta ad un rischio altissimo e ben più ampio di quello della media della popolazione italiana.
Certi che non sia questa la vostra volontà, che assomiglierebbe a voler mettere un cerino in un pagliaio, vi chiediamo con celerità di voler dare indicazioni in merito alle ATS competenti.
Cordiali saluti
I Presidenti delle associazioni lombarde:
AGESPI -ANASTE -ARLEA – ANFFAS – ACI Welfare – UNEBA
2 Comments
Grazie, è assurda come soluzione, fino ad oggi nella ns struttura abbiamo fatto di tutto per tutelare le 50 persone ricoverate, chiudendo ai parenti già al 24/02/2020, dotando il personale di mascherine e guanti ( OGNI GIORNO UN AMMISTRATIVO LAVORA SOLO PER TROVARLE), misurando la temperatura a tutti prima di iniziare il turno e adesso vogliono fare questo è inaccettabile.
tutti i nostri sforzi sarebbero vanificati.
GRAZIE PER IL SOSTEGNO
Si impedito l’accesso dei parenti a tutela degli ospiti RSA ed ora si portano nelle strutture i covi19 ?? Ha un senso questa scelta che denota uno stato confusionale ?