Trovate qui le slide delle relazioni al convegno annuale dell’Osservatorio settoriale sulle Rsa dell’Università Cattaneo di Castellanza (Varese), dedicato in particolare al tema degli indicatori di appropriatezza introdotto per le strutture sociosanitarie dalla dgr 1765/2014.
Davide Croce, direttore dell’Osservatorio, ha ricordato che il disegno di legge di riforma prevede l’istituzione dell’assessorato al welfare, riorganizzazione della Rete Socio Sanitaria, istituzione dell’Agenzia di Controllo per la vigilanza sul sistema socio sanitario.
Laura Lanfredini della Regione Lombardia ha presentato gli obbiettivi dei controlli di appropriatezza delle Asl sulle unità d’offerta come riformati dalla dgr 1756/2014, sottolineando l’importanza del FASAS (fascicolo sociosanitario assistenziale) e spiegando come avverranno i controlli.
Silvano Lopez (Asl Milano 1) ha sintetizzato gli esiti della sperimentazione in base alla dgr 4980/2012 e fornito i primi dati sull’applicazione sperimentale degli indicatori di appropriatezza della dgr 1765/2014: indicano che l’obbiettivo del rispetto degli indicatori nei limiti dei margini di tolleranza “è alla portata della maggioranza dei gestori”.
Fabrizio Giunco della Fondazione Don Gnocchi ha rilevato che la nuova normativa sull’appropriatezza “sottovaluta o sembra non riconoscere ambiti di azione tipici della Rsa, come il nursing clinico e tutelare, la specificità degli interventi sanitari e l’azione attuale verso nuove popolazioni e nuove esigenze”.
Le nuove norme sull’appropriatezza portano le rsa ad una rivoluzione organizzativa, passando da un’organizzazione per funzioni ad un’organizzazione per processi, ha sottolineato nel suo intervento Marco Petrillo di Uneba Varese.Che cosa serve alle Rsa per affrontare il cambiamento? Semplificazione del contesto normativo, tempo, risorse finanziarie, formazione, rivisitazione degli standard, argomenta Petrillo. Riguardo all’introduzione da parte della Regione di nuove forme di assistenza come la rsa aperta e la residenzialità leggera assistita, Petrillo ha sottolineato che “le Rsa lombarde sono pronte a candidarsi per offrire quel servizio più leggero rispetto al classico ricovero protetto, purché ci siano regole certe, programmate e condivise con la rete esistente”.
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