La Regione Lombardia ha presentato a luglio il “Libro Bianco sullo sviluppo del sistema sociosantario in Lombardia”, con le proposte della Regione, incentrate, si spiega nella presentazione ufficiale, su conferma della libera scelta dell’assistito, passaggio da “to cure” a “to care”, separazione delle funzioni chiave di programmazione, erogazione delle prestazioni e controllo e articolazione del sistema sanitario tra ASL, Aziende Integrate per la Salute e Centrale unica di committenza.
Sul tema Uneba Lombardia ha presentato , pur a partire da un apprezzamento per il generale tenore del Libro Bianco, le proprie osservazioni.
Mettiamo a disposizione nella parte riservata del sito il documento presentato da Uneba Lombardia: firmato dal presidente regionale Bassano Baroni che si fa voce dei 350 enti associati, consegnato in occasione di un incontro di presidente e vicepresidenti (Degani, Gipponi, Lietti) con l’assessore alla solidarietà sociale Maria Cristina Cantù.
Uneba Lombardia evidenzia ad esempio che le tariffe per le Rsa sono da anni ferme, senza neppure adeguamenti per i più evidenti fattori di costo. Anche recenti prescrizioni regionali per modificare o ampliare i caratteri strutturali, organizzativi e funzionali degli Enti erogatori hanno causato un aumento dei costi.
Sul tema della libertà di scelta, Uneba evidenzia che questo non può limitarsi alla scelta tra diversi enti erogatori ma per un preciso e unico tipo di prestazione, in cui il tipo di prestazione è deciso dalla Pubblica Amministrazione. “Sia pure nel contesto di ragionevoli contenimenti – si legge nel documento firmato da Baroni-, non può essere negata la facoltà di scelta fra servizi che –ancorché in termini e con modalità diverse- si propongano di dare risposta al medesimo bisogno”.
Uneba Lombardia sottolinea anche l’inefficacia di prevedere strutture ospedaliere per lungodegenti o cronici: meglio mantenere l’attuale sistema di assistenza nelle rsa, che è sicuramente idoneo, anche grazie agli adeguamenti strutturali ed organizzativi compiuti dalle strutture, e meno oneroso per il sistema sanitario regionale.
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